Il Portogallo è l’ultimo paese d’Europa: più a ovest di lì non si può andare.

Può sembrare singolare, ma camminando lungo la sua costa, questo si sente, si prova spesso la sensazione di trovarsi in una “finisterrae”, lungo una linea di confine dove l’Europa improvvisamente finisce, e a poca distanza dai pascoli, separati soltanto da una fascia di dune sabbiose, le alte scogliere sono una linea di demarcazione tra un continente di terra e l’oceano, continente liquido. Questo confine ha segnato profondamente i portoghesi, così diversi dai cugini latini mediterranei, spagnoli o italiani: noi popoli di relazioni tra sponde diverse di uno stesso mare, loro collocati da millenni di fronte ad un ignoto sconosciuto e immenso.

Gran parte di questo viaggio si svolgerà proprio a cavallo di questo confine, lungo le scogliere dell’Alentejo, regione centromeridionale a sud di Lisbona.

Partendo da un paesino contadino dell’interno, raggiungeremo presto la linea del mare e la seguiremo poi, rinfrescati dal vento dell’oceano, in una alternanza di spiaggioni e lunghi tratti di scogliera.

Il nostro viaggio, privilegiando la linea di costa, si snoda parallelo ad un vecchio itinerario ripristinato di recente a breve distanza nell’interno che era il tratto meridionale del cammino di Santiago, chiamato Rota Vicentina, perché si collega con la parte settentrionale del cammino partendo dalla punta di Cabo Sao Vicente, l’estremo vertice sudoccidentale del Portogallo e d’Europa.