ACQUEDOTTO TRAIANEO – INNOCENZIANO – ALLUMIERE (Rm)

ACQUEDOTTO TRAIANEO-INNOCENZIANO
Costruito probabilmente in epoca Traianea (107 d.C.) per l’ approvvigionamento idrico del nascente porto di Centumcellae ( attuale Civitavecchia ), attraversava il nostro territorio dal Comune di Allumiere in località Cinque Bottini fino al porto di Civitavecchia.
Le tracce in città sono molteplici, più o meno note: le 17 arcate dell’ Acquedotto del Pisciarelli nella Valle della Fiumaretta, il tratto spettacolare all’interno della zona Militare del Centro Chimico, la cisterna romana del Ce.Si.Va., il tratto delle Molacce, il sito all’interno del supermercato Conad di via Terme di Traiano e proseguendo fino al centro della città con i sotterranei che ancora sgorgano acqua, solo per evidenziare i tratti d’epoca Romana.
Ma la parte più spettacolare, a mio avviso si trova, nel Comune di Allumiere, con la presenza di alcuni ponti, ormai abbracciati dalla vegetazione, ognuno diverso dall’ altro, dove la mano esperta degli “ingegneri ” romani ha mostrato il genio dell’epoca.
Forse ha qualche candelina in più, se non fosse già abbastanza prezioso, prendendo spunto dal testo di Francesco Eschinardi nel 1750 si evince che potrebbe essere stato solo restaurato da Traiano e la stessa teoria viene presa in considerazione anche dall’Annovazzi nel 1848.
Questa meraviglia attraversava i due comuni per 35 tortuosi km superando piccoli e grandi corsi d’acqua, sotto percorsi sotterranei ancora intatti ed uscendo allo scoperto quando non aveva scelta!
Considerando la secolare penuria d’acqua della nostra città ( Civitavecchia), alla fine del 1600 fu necessario un nuovo restyling sotto la guida di Papa Innocenzo XII che appaltò i lavori lasciando comunque la città carica di debiti ( !!! ).
L’ inaugurazione ufficiale avvenne nel 1702 sotto il Pontificato di Clemente XI, che fece sgorgare l’acqua dal Fontanone del Porto, trasformato dal Vanvitelli solo nel 1743.
Da qualche anno ne ho fatta la mia Mission, il mio chiodo fisso, l’obiettivo di tutte le mie ricerche e delle poche conferenze( definizione impropria, forse più un grido di aiuto ) che ho fatto…lo ametto ne sono stregata!
Uno soltanto se ne prese cura e ne studiò ogni tratto, ogni ponte, ogni passo: è stato Ennio Brunori, un notevole studioso scomparso prematuramente più di 15 anni fa, ahimè mai conosciuto.
Non so quante volte l’ho invocato scherzosamente per avere illuminazione su qualcosa che non mi era chiara..
A chi ruba la scena?
Chi meglio di lui racconta i passaggi epocali del territorio?
Chi altro narra la storia delle acque, per altro ancora irrisolta?
L’albero si tiene grazie alle radici. Preserviamo le nostre.

Claudia Tisselli