Pescosansonesco, ho scoperto quasi per caso, è tanto caro a D'Annunzio. Partiamo molto presto per una tappa facile sulla carta e che, alla fine ci lascerà solo tanta stanchezza.
La terra sulla quale mettiamo i nostri passi è cambiata radicalmente da una sassaia impraticabile si è trasformata in argilla. D'un tratto dietro una curva un fiumiciattolo attraversa la strada e li c'è un cerbiatto ad abbeverarsi che fugge via prima che si possa solo pensare di provare a fotografarlo. Poi una lunga e interminabile discesa verso Torre dei Passeri, una cittadina dove ci fermiamo per uno stop ristorativo mentre mettiamo i piedi a mollo nel fiume che scorre parallelo al nostro percorso. Ancora tanti e poi tanti ma tanti chilometri sotto il sole e all'improvviso uno di quegli spettacoli che questa terra ci sta riservando: il Parco del Fiume Livigno che alla sua sorgente è di un colore blu impressionante, colore dovuto alle sorgenti sulfuree. Peccato che sia vietata la balneazione credo che sarebbe stato un toccasana in questo momento in cui le batterie si stanno scaricando e sembra che ci muoviamo quasi solo per inerzia. Non abbiamo più energie e non vediamo l'ora di poterci togliere lo zaino dalle spalle.
Il Volto Santo di Gesù è l'ultima sorpresa di questa giornata, una reliquia della quale non conoscevo l'esistenza e che mi lascia stupito. Giulia. Giulia è arrivata e ci conduce nel giardino del mago, Casale Centurione, un posto ameno in cima alla collina con una vista che spazia da Chieti a Pescara dalla Maiella al Gran Sasso. Vi ho mentito le sorprese non sono finite al Santuario perché al Casale c è una piccola piscina che per noi è come un mare.