Chi era il Billar Man, l’Uomo selvatico? La leggenda narra fatti strani, rapitore di fanciulle, ma in fondo non così cattivo… Su una cosa sono tutti d’accordo: abitava sul Monte Zovetto. Perché tanti miti su questa figura? Cosa rappresenta? Il Selvatico siamo noi. E’ lo spirito primordiale che risiede in noi, la nostra parte più istintiva, in grado di vivere in armonia con la natura, ma allo stesso tempo incontrollabile e fuori dagli schemi della società. Rappresenta le forze vitali della natura, feconde e incontenibili di cui abbiamo paura e da cui siamo inconsapevolmente attratti. Billar in cimbro significa sia “selvaggio” (billar okso = cervo), sia “pazzo”, identificando ciò che vive fuori dalla società civile come fuori di senno. Un cammino sui passi di questo mito e dell’archetipo che da sempre ci accompagna. E poi… e poi c’è la Grande Guerra che in questi luoghi è stata segnata dalla presenza del contingente britannico, alleato delle truppe italiane. Su questi monti gli inglesi lasciarono trincee e camminamenti nella roccia che visiteremo, come visiteremo il cimitero britannico che ricorda le vite di coloro che partirono dalla Gran Bretagna per sacrificare la propria vita sul suolo italiano.

Facile escursione che ci porta intorno all’altura del Monte Zovetto. Dal punto di incontro ci sposteremo brevemente in auto (15 min) fino al rifugio Kubelek, da dove parte il percorso, passando attraverso le trincee Britanniche, i pascoli ed i sentieri di questo luogo ricco di storia e leggenda, fino al cimitero britannico in val Magnaboschi, completando infine l’anello di nuovo al rifugio.