Nell’abbraccio sismico di un oceano scomparso, le Alpi Apuane si levano in alto come un’onda pietrificata dal Tirreno che si infrange contro il cielo, scolpita in millenni di silenzi. L’uomo ne ha tradotto l’essenza in marmo, trasformando la stratificazione geologica in sinfonia di luce. L’Alta Via delle Panie non si percorre: si naviga, solcando creste che furono fondali, in un viaggio verticale tra memoria della terra e vertigine del presente.
La nostra traversata prende forma all’Alpeggio di Puntato, scrigno d’erba incastonato tra i giganti del Corchia e delle Panie. I faggi plasmano colonnati viventi, guide silenziose verso la Foce di Mosceta dove il rifugio ci attende come nave alla fonda. È qui che la Regina delle Apuane svela il suo fianco meridionale – 1.858 metri di verticalità che sfidano lo sguardo a salire prima delle gambe.
Ogni appiglio racconta l’epica collisione tra placche continentali. In vetta, il tempo si frantuma: a nord le creste frastagliate danzano in un carosello geologico, a sud il Mar Tirreno stende il suo mantello turchese fino all’ironia mondana di Forte dei Marmi.
La notte trasforma la montagna in cattedrale. Stelle che trafiggono l’atmosfera sottile, luna che accende i circhi glaciali di bianco nucleare, silenzi così densi da far risuonare il battito cardiaco come un tam-tam primordiale. Il bivacco diventa rito di appartenenza effimera.
Le Alpi Apuane sono “terre selvagge” che insegnano che la vera altitudine si misura nel dialogo tra paesaggio esteriore e geologia interiore. Importa lasciare che la roccia scolpisca il nostro passo, che il vento modelli i pensieri.
Ogni orizzonte conquistato rivela nuove stratificazioni: nelle venature del marmo ritroviamo le nostre emozioni fossilizzate, nelle forre oscure gli abissi che ancora ci abitano. Le onde di pietra continuano a fluire – e noi, piccoli capitomboli di carne ed ossa, diventiamo per un attimo parte della loro eterna danza.
Scendendo sul lato pratico, ecco alcuni itinerari CAI rilevanti con partenza da Puntato/Foce di Mosceta per la salita alla Pania della Croce (1.858 m):
1. Itinerario principale (CAI 128 + CAI 126)
2. Variante panoramica (CAI 11 + CAI 9 + CAI 126)
Note tecniche:
Per un’ascesa più diretta, consiglio anche la variante che da Piglionico (1142 m s.l.m.) porta al Rifugio E. Rossi (1609 m s.l.m.) e successivamente alla Pania della Croce (1859 m s.l.m.)
Partenza: Piglionico (1142 m s.l.m.)
Arrivo: Monte Pania della Croce (1859 m s.l.m.)
Dislivello: 700 m ca
Tempo di percorrenza: solo andata 2h 30′
Difficoltà: E+ (Escursionisti, ben preparati)
Sequenza sentieri: CAI 7 – 126/ CAI 7- 127- 139
Punti di appoggio: Rifugio Rossi
Note sul percorso: Fare abbondante rifornimento d’acqua alla partenza
Periodo consigliato: Maggio-Ottobre
Accessibilità: in auto fino a Piglionico.