Natura protetta e vette panoramiche nel Triangolo Lariano
Dislivello: 892 metri alla vetta del Corno di Canzo centrale
Tempo di percorrenza: 5 ore per l’intero anello
Difficoltà: E (EE il breve tratto facoltativo di salita alla vetta del Corno di Canzo centrale)
Punto di partenza: Canzo-Fonte Gajum
Cartografia: “Carta dei Sentieri del Triangolo Lariano” 1:25.000 edita dalla Comunità Montana Triangolo Lariano CNS 1:50.000 “Como”
Informazioni locali: Agriturismo Terz’Alpe tel. 031-682770 Rifugio SEV tel. 0341-583004 Albergo Fonte Gajum tel. 031-681077 Albergo La Sorgente tel. 031-681119
Internet: riserva sasso malascarpa e www.triangololariano.it
La Val Ravella e San Miro
La Val Ravella è un importante solco che confluisce da Est nella Vallassina, all’altezza di Canzo. La valle è nota per le Fonti Gajum, sorgenti di acqua minerale pregiata che la tradizione vuole siano state scoperte da San Miro, pio eremita del luogo che era celebre per le sue doti nel trovare e far sgorgare sorgenti. Secondo alcuni Miro nacque a Canzo, altre fonti dicono invece che abbia visto la luce a Second’Alpe nel 1336, da anziani genitori che non speravano più di aver prole. Per questo il bimbo fu chiamato Immiro, “nato in modo straordinario”. Alla morte dei genitori, il ragazzo donò i suoi beni ai poveri e si ritirò in una grotta della sua valle, presso la quale fu successivamente eretta la chiesa lui dedicata. Rientrato da un pellegrinaggio a Roma, Miro decise di ritirarsi di nuovo in solitudine, ma in altro luogo. Prima di andarsene egli chiese ai suoi convalligiano di esprimere un desiderio ed essi gli dissero che la cosa più ambita era l’acqua. Partendo, Miro promise loro che da quel giorno il prezioso elemento non sarebbe mai mancato in Val Ravella Parte del percorso si svolge lungo la larga strada acciottolata detta Via dei Monti perché collega i tre principali alpeggi della valle, Prim’Alpe, Second’Alpe e Terz’Alpe, Di questi il secondo è ormai quasi scomparso, sebbene le cronache ci dicano che un tempo fosse forse il più popoloso della valle. Fin dall’antichità, l’abbondanza d’acqua e la relativa ampiezza del territorio, consentirono di insediare stabili attività agro-pastorali, con produzione di latte, burro e formaggi. Nei pressi di Second’Alpe e Terz’Alpe, sono ancora ben visibili i baitelli costruiti in vicinanza di ruscelli la cui acqua serviva per rinfrescare gli ambienti di conservazione dei latticini. Trattandosi di un percorso ad anello la gita può essere affrontata indifferentemente in due sensi di marcia, tuttavia, la soluzione proposta è quella che, certamente, renderà le cose più agevoli. Una volta raggiunta la Forcella dei Corni, proponiamo la salita al Corno di Canzo centrale, una breve variante consigliabile però solo ad escursionisti esperti.
L’anello dei Corni di Canzo
Dal parcheggio presso le Fonti Gajum, si imbocca la strada acciottolata che attraversa il torrente Ravella e piega a sinistra salendo a lambire una grande casa. Si continua lungo la strada e, dopo alcuni pendii prativi, si rientra nel bosco seguendo la destra orografica della Val Ravella, fino alla grande ed antica cascina di Prim’Alpe. Di fronte alla cascina si trova una bellissima fontana con vasca monolitica di granito ove rinfrescarsi e far provvista d’acqua. Nella cascina ristrutturata, l’ERSAF (Ente Regionale Servizi Agricoltura e Foreste) ha ricavato un punto informativo che merita senz’altro una visita. Lasciata Prim’Alpe, proseguiamo sulla strada acciottolata e, dopo un breve tratto pianeggiante, riprendiamo la salita arrivando presso la cappelletta votiva dedicata a San Gerolamo. Dopo una curva pronunciata presso un cartello indicatore che segnala la diramazione di un sentiero sulla sinistra (indicazione Sentiero n°5 CORNI). abbandoniamo la strada. Saliamo lungo la traccia che entra nel bosco e alterna tratti ripidi ad altri in minore pendenza facendo bene attenzione a non perdere di vista la segnaletica che è piuttosto obsoleta e, a volte, sbiadita. Sempre lungo il sentiero n°5 arriviamo ad incrociare un tratturo proveniente da destra (Terz’Alpe) che porta verso la Colletta dei Corni. Traversata la stradicciola si continuia dritti toccando l’ampia dorsale boscosa che costituisce lo spartiacque fra la Val Ravella e la Valle del Foce. Durante la salita, alcuni varchi nel fitto bosco lasciano intravedere il sottostante agglomerato di Valbona, mentre verso Nord si amplia il vuoto che segnala la presenza del Lago di Como. Procedendo nel bosco misto di faggio, betulla e tiglio, scavalchiamo il crinale passando fra alcuni grossi massi erratici. Il cammino prosegue in leggera salita, a mezza costa, tagliando il versante settentrionale dei Corni di Canzo e dopo un tratto gradinato sbuca a Pianezzo, nei pressi di alcune cascine ristrutturate dove si incrocia la strada sterrata salente da Valbona ed il sentiero che, da destra, giunge direttamente qui da Terz’Alpe. Le rupi calcaree dei Corni di Canzo ci dominano. Prendendo a destra lungo la stradina si giunge in breve alla ben visibile costruzione del Rifugio SEV. Alle spalle dell’edificio il sentiero taglia in obliquo verso destra, raggiungendo in breve la Forcella dei Corni 1300 m, che separa il Corno di Canzo centrale, a sinistra, da quello occidentale a destra. Dal valico possiamo raggiungere abbastanza facilmente la cima del Corno centrale: seguiamo la buona traccia che, verso sinistra, si attiene al crinale di boscaglia e roccette affioranti. Aggirato con prudenza un piccolo spuntone calcareo, proseguiamo facilmente tenendo infine il versante destro (Sud) della cresta fino al ripido pendio erboso che porta sotto le rocce terminali. Seguendo la traccia si toccano le roccette e lungo un sistema di cenge a zig zag (segnalazioni con vernice rossa) si giunge in breve alla croce sommitale. La discesa si compie per la stessa via tornando alla Forcella dei Corni. Questo pur breve tratto è da consigliare ad escursionisti esperti e da affrontarsi con rocce asciutte. Dalla Forcella dei Corni iniziamo la discesa rientrando nell’alta Val Ravella. Un comodissimo sentiero scende a tornanti nel bosco e raggiunge l’ampia sella della Colma di Val Ravella, nei cui pressi si trova un monumentale faggio (cartello indicatore). Sempre comodamente proseguiamo a scendere piegando verso destra fra faggi, noccioli, maggiociondoli e sorbi montani. Con piacevolissimo cammino, sorvegliati dalle rupi dei Corni di Canzo, giungiamo al grande complesso di Terz’Alpe, dove si trova un rifugio agrituristico e dove termina la strada proveniente da Gajum. Prendiamo a destra la larga carrareccia che in piano entra nel grandioso bosco e, poco dopo, eccoci a passare presso quel che resta delle costruzioni di Second’Alpe. Qui, accanto ad una cappelletta e ad alcuni tradizionali caselli per la conservazione dei latticini, sorge un monumentale tiglio ai cui piedi, quasi simbolicamente, sgorga una fresca fontana. La tradizione vuole che a Second’Alpe, un tempo fiorente nucleo abitato, sia nato San Miro, cui è dedicata una chiesetta sul versante sinistro orografico della valle. Sempre lungo la strada proseguiamo il cammino per arrivare nuovamente al punto dove l’abbiamo lasciata per imboccare il sentiero n°5.