Partenza nella brezza del mattino di questa giornata che ipotizziamo dura e che, alla fine, é stata dura più del previsto o non tanto per la distanza quanto per il caldo ed il terreno sul quale abbiamo camminato.
Ripensandoci adesso che la stanchezza mi assale, ci sono almeno tre cose per le quali è valso la pena soffrire durante la tappa undici: la prima è stata il dire addio al Monte Sirente, che ci ha accompagnato con la sua maestosa maternità per tanti kilometri; l’oratorio di Bominaco, un gioiello della cui esistenza, credo, conoscano solo pochi estimatori della storia dell'arte, quel cerbiatto che saltava nel campo a due passi da noi mi ha colto impreparato emozionandomi in modo particolare.
Stasera si dorme al convento di San Giovanni in Capestrano e a stento siamo riusciti a mangiare una pizza. I paesi sono tutti abbandonati, un immenso patrimonio che stiamo dissipando senza rendercene conto. Altri vent’anni e questi paesi saranno completamente disabitati. Ahimè.