…e non essere più incredulo ma credente! Disse Gesù a Tommaso. "Mio Signore e mio Dio!" Rispose Tommaso. "Perché mi hai veduto, hai creduto. Ebbene io ti dico che saranno beati coloro che pur non vedendo crederanno!"
Allora siamo ad Ortona. Tappa finale del nostro cammino di San Tommaso.
Dal 6 settembre 1258 la cattedrale custodisce le Ossa di san Tommaso apostolo. Il navarca ortonese, il pio Leone, insieme con i commilitoni, riportò sulla galea il corpo dell'Apostolo e la pietra tombale, dall'isola greca di Chios. Chios rappresentava uno spazio del secondo fronte di guerra, dove la flotta ortonese composta da tre galee, si era recato a combattere, al seguito dell'ammiraglio di Manfredi, Filippo Chinardo. Da quella data la basilica diventa centro di preghiera, richiamo di pellegrini, ma anche oggetto di varie distruzioni.
Allora, si siamo ad Ortona, siamo in cattedrale, siamo al cospetto delle spoglie di San Tommaso Apostolo. Nella religiosità di questo silenzio i pensieri corrono in fragoroso rewind di questa avventura. Sedici giorni. Sedici giorni di sudore e fatica, ma anche di gioia e meraviglie. Sedici giorni di salite impegnativamente interminabili a cui seguivano discese a spezzagambe. Sedici giorni io ed il mio fido compagno di avventura: Francesco Consoli. Jastèem e r'set. Un grazie a tutti coloro che hanno avuto la bontà di leggerci, a tutti quelli che con un semplice like ci hanno dato coraggio, a chi ci è stato vicino sulla strada, agli amici del Cammino che ci hanno seguito con discrezione sino dinanzi la Cattedrale, a Francesco, mio inseparabile compagno d'avventura e non per ultima a mia moglie Teresa, che comprendendo le mie motivazioni, mi permette di poter vivere la mia specialissima ed unica esperienza: LA VITA.