L’OUTDOOR NEL LAZIO: TUTELA E SVILUPPO, TURISMO E PREVENZIONE

COME VIVERE E VALORIZZARE L’AMBIENTE NATURALE NEL LAZIO IN SICUREZZA

Il Servizio Regionale Lazio del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), in collaborazione con  il Club Alpino Italiano Lazio (CAI Lazio), FederTrek, la Federazione Speleologica Laziale (FSL), l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE), con il patrocinio della Regione Lazio e della Compagnia dei Lepini, organizzerà in data 23 Settembre 2021, presso Il Teatro Vittorio Veneto di Colleferro, una tavola rotonda, rivolta prevalentemente alla pubblica amministrazione, allo scopo di favorire la collaborazione tra tutte le entità potenzialmente interessate a promuovere una fruizione degli ambienti naturali del territorio laziale in sicurezza.

Le attuali situazioni contingenti hanno portato ad un aumento della frequentazione da parte dei cittadini di ambienti montani, parchi, riserve e territori naturali in genere, non sempre accompagnata da una conoscenza delle procedure adeguate a garantirne la sicurezza. Come conseguenza si è avuto un aumento delle criticità per la popolazione che, sempre più frequentemente, si impegna in attività escursionistiche, correndo pericoli altrimenti evitabili.

Gli organizzatori della manifestazione, tra i maggiori interpreti della corretta frequentazione di tali ambienti, hanno individuato nella sensibilizzazione delle istituzione e nella collaborazione con le stesse, degli strumenti fondamentali per promuovere una corretta informazione e la diffusione di quella cultura, che è alla base della prevenzione di criticità e della diffusione delle corrette procedure di ingaggio delle principali organizzazioni preposte al soccorso in ambiente ostile, tra cui 112, 118, CNSAS .

Si è individuata la forma più consona a tali obiettivi in quella della Tavola Rotonda, con modalità mista, in presenza e diretta streaming su piattaforma digitale (Zoom) per consentire il maggior numero di partecipanti, nel rispetto della sicurezza, in conformità alle attuali normative vigenti volte al contenimento della diffusione del SARS-COV2.

A tal fine, si intende coinvolgere, oltre alle istituzioni sul territorio, che trovano la loro massima espressione nei comuni montani, gli altri organi istituzionali preposti alla salvaguardia della salute comune:

  • Direzione Regionale Soccorso Pubblico e N.U.E (112);
  • Ares 118 UOC Elisoccorso Regionale;

A completamento, è stato ottenuto il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani del Lazio (ANCI LAZIO), l’Unione Nazionale Comuni, Comunità Enti Montane del Lazio (UNCEM LAZIO), Comunità dei Monti Lepini e Comune di Colleferro

Di seguito si riporta il programma della manifestazione ad integrazione della domanda.

Per la manifestazione è prevista una durata di circa tre ore, a partire dalle 10:00 del mattino.

ACCREDITAMENTO

VIVI VITTORIA – ROMA

SABATO 25 SETTEMBRE venite con noi a Roma – Castel Sant’Angelo per dire insieme NO alla violenza contro le donne.
Potrete ammirare l’evento VIVA VITTORIA – ROMA, un’istallazione di 2.100 mq. di coperte realizzate da oltre 6.000 donne e qualche uomo.
Le coperte saranno oggetto di donazioni che andranno a due progetti che aiutano donne in difficoltà: il primo è di DIFFERENZA DONNA e aiuta le donne disabili vittime di violenza, il secondo è una struttura che aiuta le donne senza fissa dimora a recuperare la propria dignità

GIORNATA NAZIONALE DEL CAMMINARE 2021

Domenica #10Ottobre la #GiornataNazionaledelCamminare non si ferma, nel rispetto della #sicurezzacovid19.
Un evento che di anno in anno ha visto una fortissima crescita in termini di partecipazione di cittadini, associazioni e Comuni in tutta Italia.
 Quest’anno la Giornata pone l’attenzione sui #Trekurbano, sulle #areeinterne anche attraverso la promozione dei #CamminiStorici e culturali.
Per dare forza al cambiamento che auspichiamo proponiamo l’attivazione della società civile tramite il mondo della #scuola, di ogni ordine e grado, dei #giovani e gruppi organizzati che conducano attività di pulizia dei Sentieri e dei Cammini dai rifiuti e, in particolare dalle plastiche.
➡️➡️➡️Tutte le informazioni per proporre un tuo progetto e aderire alla manifestazioni le trovi sul sito internet:

NATURA SENZA BARRIERE – 26 e 27 giugno 2021

Nei giorni 26 e 27 giugno vi invitiamo ad organizzare iniziative lungo i meravigliosi cammini di questo paese, aderendo alla 6a edizione di Natura senza Barriere , manifestazione nazionale promossa da FederTrek dedicata all’escursionismo condiviso e all’inclusione sociale, sperando che ci siano per tutti le condizioni di sicurezza per poter organizzare le iniziative.

Visitate il sito della manifestazione (www.naturasenzabarriere.org), troverete informazioni che vi aiuteranno a meglio comprendere lo spirito che la anima e il modo in cui gli aderenti e le loro iniziative sono promossi.
Per ulteriori informazioni e/o chiarimenti scrivete a iniziativeculturali@federtrek.org

NATURA SENZA BARRIERE – Invisibili tra gli Invisibili, i Disabili

Invisibili tra gli invisibili i disabili, nella lunga quarantena da Covid, hanno subito un ulteriore abbandono in quell’angolo buio della società che oscilla tra dimenticanza ed oblio. Uno dei motivi che mi rende orgoglioso di essere il presidente della FederTrek è la presenza di soci ed associazioni che dedicano la propria attività di volontariato a dare luce e presenza al mondo della disabilità.

Tra i pensieri che si sono succeduti in questa crisi epocale, che ci ha tolto gli orizzonti temporali più prossimi, c’è  stato quello verso le mille fragilità sociali ed individuali colpite doppiamente.

Oggi che si inizia  a parlare di una ripartenza, del nostro tornare a fare capolino sul mondo per noi escursionisti la gioia più grande è il poter tornare a camminare nella natura, a godere di una primavera esplosa in mille colori e profumi, dopo il lungo riposo dall’invadenza umana.

Mi piace pensare che il nostro tornare a calpestare i sentieri non lasci indietro chi vive la sua esistenza in uno stato di disabilità permanente. In FederTrek c’è chi di questa dimensione inclusiva legata alla pratica escursionistica ne ha fatto una ragione profonda del proprio impegno sociale e da questa sensibilità sono nate iniziative come “Insieme si Può”.

Ma c’è anche un altro appuntamento molto importante che vogliamo mantenere con forza, a meno che non venga esplicitamente vietato causa altre chiusure, si tratta della manifestazione NATURA SENZA BARRIERE, un evento che si sviluppa su due giornate a cui possono partecipare associazioni, enti, istituzioni che propongono la loro attività “senza barriere” in un contesto naturale.

Nelle passate edizioni c’è stata una partecipazione molto importante di Enti Parco che hanno voluto riservare una particolare attenzione al tema dell’escursionismo per tutti.

Quest’anno “Natura Senza Barriere” deve assumere per la FederTrek, che fa della promozione del camminare un vero progetto culturale, un significato ancora più profondo. In questo periodo di lunga quarantena tra le tante parole d’ordine c’era il “si vince insieme”, perché nessuno può farcela da solo.

Se a quel pensiero solidale della necessità di farcela insieme, che vuol dire non lasciare indietro nessuno, vogliamo dare un senso profondo per noi escursionisti il progetto “Natura Senza Barriere” deve assumere un valore strategico. Il caro Pietro Scidurlo mi pungola spesso quando parliamo della promozione dei Cammini per evitare che il tema dell’accessibilità cada nel dimenticatoio.

FederTrek ha due progetti nazionali che la caratterizzano in modo particolare: la Giornata Nazionale del Camminare e Natura Senza Barriere. In questo 2020, segnato da una crisi epocale, il nostro ruolo sulla promozione del camminare come stile di vita quotidiano e come fruizione consapevole e responsabile dei sentieri, non può che unirsi, in una dimensione solidale con il tema dell’accessibilità. Abbiamo davanti a noi una grande sfida da raccogliere e che ci può caratterizzare alleandoci al vasto mondo dell’escursionismo basato sul volontariato, quella di aiutare la transizione verso una società più sostenibile ed inclusiva e di conseguenza più in salute, secondo quelle che sono le indicazioni dell’OMS. Lo stato di salute non è assenza di malattia ma un più generale benessere psico-fisico, sociale ed ambientale e noi che cerchiamo questo benessere nel camminare a contatto con la meraviglia dei paesaggi naturali non possiamo dimenticare chi quel benessere lo può vivere solo se al suo fianco ha braccia e cuore da donare.

http://www.federtrek.org/?p=3868

Consigli su come affrontare un trekking

“A piedi vai veramente in campagna, prendi sentieri, costeggi le vigne, vedi tutto. C’è la stessa differenza che guardare un acqua o saltarci dentro.”

(Cesare Pavese)

Cosa c’è di sbagliato nell’affermare che il trekking è la cosa più facile che esista? Troppo generico poi ridurre ad un’unica disciplina, un’attività che in sé per sé nasconde una miriade di sfaccettature e di possibilità per tutti. Sarà forse la parola trekking che può creare confusione nel “neofita”. Ma come possiamo definirci neofiti in questioni come il semplice camminare? Il movimento nell’ apporre un piede dopo l’altro generando così un movimento l’apprendiamo dopo pochi mesi di vita ed è una delle prime nostre conquiste. Solitamente il giorno dell’evento viene immortalato con tanto di videocamera (adesso smartphone a tre fotocamere). Prima da ragazzi e in seguito da adulti, il gesto tecnico rimane il medesimo, cambia solo lo stato mentale in cui ci ritroviamo nel preciso momento in cui siamo costretti a percorrere un percorso, corto o lungo che sia, facendo affidamento alle sole nostre gambe. L’uomo moderno sembra ormai aver rilegato ad eccezionale la possibilità di camminare, preferendo di gran lungo l’utilizzo di mezzi di locomozione più o meno green, non ultimo il famigerato e tanto discusso monopattino.

Ponendo quindi il trekking ad attività accessoria, innaturale, un misto tra ricercato e roba da anticonformisti, viene automatico pensare che un azione contro l’attuale natura delle cose, deve essere spinta da un volere che va ben oltre l’umana ragione. Ecco dunque il primo consiglio. Per fare un escursione è fondamentale avere VOLONTA’, una qualsiasi motivazione come per esempio la ricerca di benessere, oppure riappropriarsi di luoghi vicini ma nascosti, o nell’accezione più sportiva di volersi misurare con i propri limiti. L’importante è mantenere accesa quella fiammellina che ci ha spinti a lasciarci alle spalle per un breve lasso di tempo la nostra comfort zone, almeno quel tanto che basta per non essere più in tempo di ripensarci. Solitamente l’opera di autoconvincimento che la cosa che state per intraprendere è giusta viene ben presto smascherata alla prima difficoltà. Cito solo a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo: presenza di salita, presenza di discesa, sentiero sconnesso, tuono in lontananza, poco segnale al cellulare, chiamata al cellulare che purtroppo prende benissimo della moglie/compagna/fidanzata/quella della sera prima, ecc.. ecc…

Volontà e forza d’animo, queste sono le chiavi di volta per un’ esperienza unica, ma potrebbero non bastare. I detrattori risulteranno all’animo debole e corruttibile sempre in numero maggiore rispetto a chi vi appoggerà l’idea di una domenica in mezzo al bosco a prendere zecche e altre malattie trasmissibili direttamente dall’animale all’uomo. E’ per questo che a fianco dell’inesperto individuo, asceta dei giorni nostri, troviamo una serie infinita di attrezzature adatte a proteggerci dalle intemperie, dai giudizi di avventatezza, e da tutti i pericoli.

Perché è più che giusto combattere la guerra pacifica sul principio dell’autodeterminazione (“sarò mai libero di fare quel che mi pare il fine settimana? Posso avere piacere a sudare come un caimano per guadagnarmi una vetta? Ma io vengo a rompere le scatole a voi quando guardate il Grande Fratello?”), ma almeno facciamolo con pudore. Va bene essere i Gandhi della situazione, ma almeno sopra i mutandoni mettiamoceli due panni non dico tecnici, è sufficiente che assolvano al compito di coprire con un minimo di stile.

Ma questa è un’altra storia….

Escursionismo consapevole

L’escursionismo, il trekking, l’esplorare zone selvagge e sconosciute o solo il percorrere dei cammini di pellegrinaggio prevedono un gesto fondamentale per il nostro sviluppo che ci ricollega ai nostri antenati: camminare. Qualsiasi cosa noi abbiamo fatto e facciamo tutt’oggi parte dal semplice gesto del muovere le gambe per camminare. Questo gesto lo abbiamo ben impresso nel nostro DNA e fa parte della memoria di qualsiasi essere umano su questo pianeta. L’uomo ha sempre camminato da quando andava all’inseguimento delle prede e poi delle mandrie. Il cammino ci ha aiutato nello sviluppo per più di 100.000 anni. Fino a quando non siamo diventati una specie stanziale. L’Homo sapiens è stato un eccellente cacciatore- raccoglitore e si è evoluto conducendo un’esistenza nomade, esplorando i più svariati angoli del pianeta, riuscendo ad adattarsi e popolare buona parte di tutti i continenti. L’evoluzione anatomica e culturale che ci ha permesso di esplorare e conquistare tutto il mondo si blocca nel momento che in cui si ferma il “nomadismo” per lasciar spazio alle abitudini stanziali che abbiamo ora.

Ma come ha fatto l’Homo sapiens a percorrere in lungo e in largo tutti gli ambienti e sistemi vegetazionali di questo pianeta, senza l’ausilio di attrezzature moderne, scarponi, abiti, strumenti tecnologici e GPS (Global Positioning System) vari?

La risposta è che abbiamo popolato l’intero pianeta facendo affidamento solamente sui nostri mezzi e sulle nostre capacità, per secoli tramandate a voce di generazione in generazione, fino a riuscire a sviluppare delle conoscenze che oggi possono sembrare incredibili.

Cosa abbiamo perso durante il nostro cammino?

Abbiamo perso il rapporto con l’ambiente. La capacità di viverci senza l’ausilio di moderni mezzi e con tutte le invenzioni che abbiamo non facciamo altro che emulare le altre specie animali che vivono e si muovono senza problemi.

Oggi sono davvero poche le popolazioni umane che mantengono uno stretto rapporto simbiotico con l’ambiente. Nessuna di queste è in Europa centrale, alcune sono in Asia, Africa e in Oceania e per loro il territorio è in pratica un’estensione dei propri arti, una connessione una conoscenza che noi non riusciremo mai più a capire. Gli Aborigeni australiani ad esempio si orientano ancora con dei punti sacri della loro terra, cantando delle melodie segrete. Altre popolazioni ascoltano il soffio del vento per capire in che direzione andare e altre guardano il transito degli animali selvatici in determinati periodi dell’anno.

Questo avviene ancora oggi perché queste popolazioni hanno bisogno di sapere dove vanno e quando conviene muoversi. La oro vita dipende dalla natura e dalla presenza di animali e piante intorno a loro. Hanno sviluppato un altissimo senso dell’orientamento e una conoscenza capillare del territorio in cui loro e le loro prede si muovono. Riescono così a vivere e prosperare. Da migliaia di anni.

Queste abilità, l’escursionista occidentale moderno non le possiede. Possiede attrezzature molto tecniche e costose. Possiede ottime conoscenze teoriche e una notevole cultura generale ma per muoversi sul territorio, oggi, facciamo sempre più affidamento a sistemi moderni come la bussola (che così moderna non è visto che è stata inventata circa 2000 anni fa in Cina), la cartina topografica e il già menzionato GPS).

La capacità di orientamento che ha la starna artica, che ogni anno percorre circa 70 000 chilometri per migrare dalle regioni artiche fino all’Antartide, seguendo non si è ancora capito cosa, noi ce la sogniamo. Come sogniamo la capacità dei cervi, degli orsi e dei lupi di e dimolti altri animali di muoverci sul territorio senza luce.

Noi non riusciamo più a percepire i segnali del territorio, non possiamo più pensare di muoverci senza telefonino o senza auto. Guardiamo l’ambiente che ci circonda con circospezione e paura e siamo ossessionati dalla sicurezza a tutti i costi. Dobbiamo però capire che qualsiasi attività intraprendiamo contempla un certo grado di rischio e una attenta valutazione dei rischi. Cosa facciamo quando dobbiamo attraversare la strada? Anche inconsapevolmente valutiamo il rischio giusto? Ma non troviamo segnali ovunque che ci intimoriscono e ci intimano di non attraversare o di attraversare la strada solo se attrezzati. Quando andiamo a camminare in natura però è diverso. Prendiamo come esempio la semplice escursione fuori porta lungo il primo sentiero di montagna che capita. All’inizio del cammino spesso troviamo segnali di rischio e avvisi su cosa fare in caso di chiamata di soccorsi, su come andare equipaggiati e così via. Secondo me oggi quando si parla di escursionismo e frequentazione dell’ambiente naturale ci si dilunga troppo in una ossessiva ricerca della sicurezza e dell’equipaggiamento, senza dare peso alle sensazioni e capacità personali. Questo perchè abbiamo perso il contatto con l’ambiente.

Ma se gli studi scientifici affermano che stare in natura e nei boschi fa bene al corpo e allo spirito perché tanta paura a “lasciare il nostro comodo nido” e uscire?

Il mio obiettivo è proprio questo. Far capire alle persone che è possibile, anzi necessario, uscire sempre più spesso in natura e recuperare quell’antico rapporto simbiotico (ribadisco, simbiotico) che avevamo un tempo. E come?

In un momento delicato come questo la risposta è abbastanza facile da intuire. Lasciando perdere le comodità che la continua ricerca del comfort ci ha portato (abbiamo confuso il comfort con il progresso e questo ci ha reso pigri fisicamente e mentalmente), lasciando perdere la negatività, lo stress causato da uno stile di vita al limite della sopportazione umana. Proviamo a lasciare il miraggio di un continuo sviluppo economico e di un pianeta con risorse infinite che regalerà felicità e serenità a tutti.

Non sono qui per parlare di utopie, ma voglio parlare di cosa si può fare per tornare a dimensioni “umane” e di conseguenza stare meglio.

Intorno all’anno 2007  ho scelto di fare la Guida Naturalistica perché, oltre ad avere una passione irrefrenabile per la natura e la vita all’aria aperta, avevo capito che per un mondo migliore ci vogliono persone migliori. Persone più bilanciate, positive e consapevoli. Stare nei boschi aiuta proprio a essere più bilanciati, positivi, sani e consapevoli. Credo che tutte le Guide come me debbano comprendere che facciamo un lavoro importante e delicato e che dobbiamo stare molto attenti a cosa trasmettiamo, soprattutto ai più deboli, che non sono divisi per età ma sono sono quelli che non sono abituati a uscire dalle loro asettiche orbite cittadine. Può sembrare incredibile che qualcuno dica una cosa come questa, ma il mio è obiettivo aiutare le persone che non sanno che uscire nei boschi fa bene (credetemi ce ne sono moltissime). Voglio far capire loro che nei boschi si possono imparare molte cose e che non serve aver paura di pericoli immaginari. Il lupo non è mannaro, le vipere non fanno i salti, la pioggia non ci scioglie e le nevicate non sommergono tutto il paese di neve (almeno, non sempre 😉 ).  Quando per lavoro esco in escursione con clienti e amici, cerco sempre di trasmettere l’idea di non restare chiusi nel proprio bozzolo di comfort e assoluta sicurezza ma di aprirsi agli eventi e lasciare un po’ di spazio alle sorprese, agli imprevisti,…alla vita! In questo modo i sensi si risvegliano e di conseguenza ci si consapevolizza.

So che ci sono molte persone che quando vanno a “passeggiare” in bosco o in montagna, spengono del tutto la mente e STOP, e su questo non ho nulla in contrario. Ma molte altre invece quando escono vorrebbero imparare cose nuove, vorrebbero scoprire piante, animali, luoghi e magari sperimentare emozioni intense. E’ a queste persone che mi rivolgo!

A coloro che quando escono vogliono aumentare la loro sensibilità, i loro sapere e le loro conoscenze, a loro che sanno che possono tornare a vivere stimoli vitali intensi e nuovi!

Camminare consapevolmente e lasciando spazio alle sorprese ci da modo di imparare moltissime cose sul luogo in cui siamo e su noi stessi. Sapere orientarsi senza cartina, solamente osservando l’ambiente è una capacità che oltre ad aiutarci in modo pratico ci da una botta incredibile di autostima. Sapere cosa fare se dobbiamo accendere un fuoco e non abbiamo un accendino può salvarci la vita oltre che la giornata. Capire quando è il caso di battere in ritirata perché entro qualche ora comincerà a piovere è fondamentale, come lo è saper calcolare i tempi di marcia un’ora prima del tramonto.

E’ certamente importante andare a camminare ben attrezzati ma dobbiamo sapere che ciò non basta se vogliamo intraprendere un cammino di miglioramento e raggiungere la consapevolezza di poter contare sulle nostre capacità e abilità non sull’attrezzatura. Non sono gli acquisti che fanno la differenza tra una indimenticabile esperienza e la solita noia.

Oggi possiamo trovare di tutto nei negozi di sport specializzati in trekking e montagna, considerando anche le grandi catene. In un qualsiasi giorno della settimana potremmo procurarci tutto il necessario per tentare la salita all’Everest (secondo voi come poteva essere equipaggiato Hillary nel ’53 quando raggiunse e scese dalla vetta della montagna più alta del mondo? E quali attrezzature aveva la spedizione italiana del Duca degli Abruzzi quando arrivò in cima al K2 nel ’54?), ma sappiamo bene che questo non basta e che ci vogliono tecnica, sensibilità, conoscenza e esperienza. Tutte qualità che  si raggiungono in lungo tempo di pratica e dedizione.

Se vogliamo intraprendere un cammino di miglioramento personale è necessario farlo con il giusto approccio, con calma, passione e umiltà.

Le attività in natura hanno tutto ciò che serve per farci stare meglio e farci progredire nel nostro cammino. Diamo al tempo trascorso nei boschi il giusto valore e il giusto peso. Ci stiamo ri-educando a uno stile di vita che appartiene all’essere umano da millenni. Non perdiamo questa occasione.

 

Legenda delle difficoltà escursionistiche

Riporto qui di seguito la scala delle difficoltà escursionistiche elaborata dal C.A.I. Club Alpino Italiano diverso tempo fa, che si usa per una categorizzazione generica delle principali tipologie di itinerari sulla base della loro difficoltà.
Evidentemente, sotto molto punti di vista (che approfondisco nei Corsi di Escursionismo che organizzo e conduco), lascia un po’ il tempo che trova, ma è utile, all’escursionista alle prime armi così come all’esperto, per farsi un’idea su quello che, in linea di massima, potrebbe incontrare nel corso dell’uscita. Nel nostro caso, è necessario che chi voglia partecipare alle iniziative da me proposte, legga attentamente in che tipologia rientri l’escursione scelta e faccia un’obiettiva autovalutazione delle proprie attitudini e soprattutto della propria condizione fisica, per non trovarsi in difficoltà sul posto. E’ vero che c’è una Guida che Vi conduce e che presumibilmente farà tutto il necessario per portarVi alla méta con il miglior percorso possibile, ma, di certo, non potrà camminare anche per Voi…

Classificazione delle difficoltà escursionistiche:

T = turistica :

“Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000 m. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e preparazione fisica alla camminata.”

E = escursionistica:

“Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti senza sentieri, ma non problematici sempre con adeguate segnalazioni. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi ne impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbracatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montano, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.”

EE = per escursionisti esperti:

“Itinerari generalmente segnalati che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente montano; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.”

EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura:

“Itinerari escursionistici che presentano particolari difficoltà e per i quali è pertanto richiesto l’utilizzo di dispositivi di autoassicurazione diversi a seconda dei tipi di terreno da attraversare: imbracatura, kit da ferrata, cordini, moschettoni.”

Di recente inoltre, visto il grande successo che hanno avuto negli ultimi tempi le escursioni su neve con le racchette è stata formulata la dicitura per un’altra categoria che qui aggiungo:

EAI = per escursionisti con attrezzatura adatta ad ambienti innevati:

“Itinerari in ambiente innevato che richiedono l’utilizzo di racchette da neve (ciaspole), con percorsi evidenti e riconoscibili, con facili vie di accesso, di fondo valle o in zone boschive non impervie o su crinali aperti e poco esposti, con dislivelli e difficoltà generalmente contenuti che garantiscono sicurezza di percorribilità. Richiedono equipaggiamento ed abbigliamento consoni alla stagione invernale.”

Chi può partecipare alle escursioni

Le escursioni proposte nell’ambito del nostro progetto Passi Avanti sono aperte a tutti, bambini e ragazzi compresi purché abituati a sostenere diverse ore di cammino. Ciò non significa che siano adatte a tutti. Alcune non richiedono un particolare impegno fisico, altre sono invece maggiormente impegnative. È necessario quindi che ognuno sappia scegliere in base alla sua condizione fisica e all’allenamento alla camminata, aiutandosi con la “legenda delle difficoltà escursionistiche”, di cui parlo in un successivo articolo.
A chi non è allenato a diverse ore di cammino (che, il più delle volte, è in salita e su terreni accidentati e non comodi) e a chi non ha invece idea di quali siano le sue reali capacità fisiche in questo ambito, consiglio di iniziare gradatamente partendo con le escursioni di minore difficoltà (di grado T e T/E), per 3/4 volte consecutive, e incrementare progressivamente il livello di difficoltà (basandosi sulla durata dell’uscita e sul dislivello) in seguito. Ideale sarebbe poter effettuare anche “allenamenti” settimanali di 2/3 sessioni di cammino (a buon ritmo) durante la settimana di un’oretta, magari in uno dei parchi cittadini, come quelle che organizziamo, o anche nei pressi della propria abitazione. Per questo, a prescindere dall’attività escursionistica vera e propria che deciderete di intraprendere, il vostro fisico vi ringrazierà!
Per ogni proposta di escursione scriverò quindi qualche giorno prima dell’effettuazione della stessa un post nel quale spiegherò tutte le caratteristiche e i dati dell’uscita affinché chi voglia partecipare abbia tutte le informazioni necessarie per scegliere se e come aderire.
Per evitare di creare gruppi esageratamente grandi, cosa che non gioverebbe alla qualità e al mantenimento di un certo livello di sicurezza nel corso dell’escursione e di godimento dell’esperienza, il numero massimo di partecipanti per uscita è in ogni caso di massimo 20, a seconda del suo grado di difficoltà. Per questo è necessario prenotarsi all’escursione prescelta, seguendo le indicazioni che darò di volta in volta nel post di presentazione dell’uscita stessa.

[dal blog Passi Avanti – 17 Gennaio 2009]

Sicurezza Covid-19 – Aggiornamento Zone

📣  La stretta sulle Regioni continua, nonostante il dpcm del 3 novembre non abbia subito cambiamenti, le FAQ del governo (http://www.governo.it/…/domande-frequenti-sulle…/15638) indicano il divieto di spostamento tra i comuni anche nelle zone arancioni. Secondo il principio di precauzione FederTrek segue le indicazioni più restrittive, pertanto:
‼️🚷 Nelle regioni riconosciute come “aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto” (Zone Rosse), sono da ritenersi sospese tutte le attività escursionistiche, di trekking e di urbantrek, in ottemperanza all’obbligo di spostamento dal proprio comune esclusivamente per comprovare necessità sancito dal dpcm del 3 novembre.
‼️🚷 Nelle regioni riconosciute come “aree caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto” (Zone Arancioni) sono da ritenersi sospese tutte le attività escursionistiche, di trekking e di urbantrek, in ottemperanza all’obbligo di spostamento dal proprio comune esclusivamente per comprovare necessità sancito dalle FAQ del governo.
‼️⚠️ Nelle “Zone Gialle” ribadiamo la necessità di prestare la massima attenzione e prudenza nello svolgere le attività di escursionismo e trekking richiamando il senso di responsabilità di chi partecipa e di chi organizza momenti di trekking in gruppo. Le escursioni e i trekking devono rispettare le indicazioni FederTrek prestando particolare attenzione alla dimensione del gruppo, che sia compatibile con le caratteristiche del percorso e consenta di far rispettate le distanze di sicurezza (1 metro con mascherina e 2 metri senza mascherina quando si cammina) soprattutto nelle regioni in cui è prescritto l’uso della mascherina ogni volta che ci si ferma.
‼️‼️‼️ Ribadiamo inoltre il punto 14 delle indicazioni FederTrek che recita “Proporre escursioni che prevedano la partecipazione di un numero massimo di 30 partecipanti con la seguente progressione rispetto agli accompagnatori (almeno 1 accompagnatore ogni 10 partecipanti)”vigilando attentamente sul rispetto delle distanze e sull’uso dei DPI