Il Cammino di Santiago: istruzioni per l’uso –

Sono spesso considerato un fondamentalista o un "mujāhidÄ«n" del Cammino di Santiago. È un rischio che si corre quando, dopo averlo percorso, ci si ritrova affetti dalla deliziosa frenesia del pellegrino. Quella irrefrenabile voglia di tornare a compiere quei passi così speciali che, nella maggior parte dei casi, hanno allargato i propri orizzonti. Hanno aperto la mente a nuovi modi di pensare, ricalibrando il peso delle cose a cui la routine ci ha erroneamente abituati. Sminuendo l’importanza di inutili priorità del quotidiano e ridipingendo i contorni delle faccende semplici e dei bisogni primari: sono questi i protagonisti della meravigliosa esperienza di Compostela. Trenta, chi è più fortunato trentacinque giorni per osservare il processo della vita in tutte le sue sfumature. Un Cammino che incarna la vera essenza del viaggio, un tragitto in profondità verso Occidente per ritrovare la libertà, se stessi, cambiare prospettiva.

Un tempo limitato in cui gioie e dolori, gli incontri e la solitudine forgiano il pellegrino. Come in una splendida metafora della vita si cammina con uno specchio riflesso, evolvendosi e mutando a ogni passo. Ma come si fa a far comprendere a chi non l’ha ancora percorso, tutto questo? Semplicemente raccontando -come sto facendo adesso qui con voi-le piccole e grandi cose di questo pellegrinaggio dentro e fuori di sé. Scommetto che quasi tutti -tra chi legge- hanno già sentito storie legate a questa avventura a piedi che si ripete da secoli. Un amico, un parente, un vicino che aveva tutto… un bel lavoro, una bella famiglia, ma a cui mancava qualcosa. Quella cosa – strano a dirsi –poi trovata lontano da casa, dopo aver percorso a piedi quasi ottocento chilometri chissà dove in Spagna.

Il Cammino di Santiago de Compostela è una delle tre “peregrinationes maiores”: cioè uno dei pellegrinaggi più importanti della storia, tanto che la "ciudad" spagnola è reputata la terza città santa per la cristianità dopo Gerusalemme e la capitale d’Italia. Divenne così importante nel Medioevo che il termine pellegrino – come scrive Dante Alighieri nella Vita Nova – divenne sinonimo del viandante che si dirigeva a Santiago. Anche se già ai tempi dello scrittore della Divina Commedia, si cominciò a indicare con “pellegrini” tutti i viandanti dei percorsi dello spirito, c’è da dire che i pellegrini erano coloro che si dirigevano verso Santiago,i romei a Roma, e i palmizi o palmieri alla volta di Gerusalemme.

Chi rimane basito da cotanto mio entusiasmo e trasporto nel raccontare le vicende di questa “vita concentrata in un mese”, pone poi altre domande. Ma è solo per cristiani? Ma posso farcela anche se non sono allenato? Che tipo di preparazione ci vuole?

Il Cammino è per tutti. È senza dubbio il regalo più grande che ci si possa fare nella vita. È adatto a tutti. Ci sono credenti e non, cristiani, buddhisti, e persone di tutte le fedi: il denominatore comune è la voglia di vivere un’esperienza che consenta di ritrovare la vera natura dell’uomo oppressa dalla frenesia e mortificata dall’ansia del nostro tempo, l’intimità del proprio cuore, della propria anima. Poi c’è chi è mosso dalla ricerca del trascendente e chi parte a causa di eventi, o prove che l’esistenza gli ha posto davanti: una malattia, un dolore, una perdita ma anche un grande cambiamento inatteso.
Non c’è poi un allenamento prescrivibile. Certo se non avete mai fatto due passi o se prendete l’auto per compiere cinquecento metri, è bene che prima di intraprendere il viaggio, vi cimentiate in qualche passeggiata. Ma sappiate che l’allenamento è di testa. Non di fisico. Di spirito e non di corpo. D’essenza e non di sostanza. Ciò non vuol dire che non tornerete allenati da tutti i punti di vista. Ma se nei primi cinque giorni di cammino sarà il vostro corpo a darvi segnali (comunicandovi con ostinazione i vostri punti deboli e quelli forti), poi camminerete con il cuore e la testa. E saranno loro a guidarvi nelle difficoltà e a farvi superare gli ostacoli. Il Cammino di Santiago metterà a dura prova la vostra forza di volontà, ma superati i primi giorni, vi trasformerete da turisti o trekker, in pellegrini e sarà tutta un’altra storia. 

Ho percorso ben quattro volte il Cammino di Santiago. Due volte il Cammino Francese, una volta la Ruta de La Plata e, per ultimo nel 2017, il Cammino del Nord. Tutte queste Vie hanno un fascino particolare, e sarà un piacere poter descrivere e raccontare qui le peculiarità di ognuna di esse. Ma se l’idea del Cammino vi solletica sempre di più, finisco col darvi due consigli. Il primo è che quello per antonomasia è il Francese (che parte dal bellissimo paesino di Saint Jean Pied de Port in Francia) e sarà questa la vostra scelta obbligata per il primo pellegrinaggio. Il secondo è di sforzarvi e impegnarvi – ritagliando il tempo necessario di un mese almeno (si parla di venticinque, trenta chilometri al giorno), convincendo e corrompendo il vostro datore di lavoro, prendendo provvisorio congedo dal mondo e dalla vostra famiglia – nel percorrerlo tutto. Non un pezzo o gli ultimi cento chilometri. S’intende, ognuno ha il suo Cammino e non ce n’è uno migliore o più valido, ma per correre seriamente il rischio di essere ammaliati dalla magia di Santiago, cercate di seguire il mio consiglio. D’altronde come ha magistralmente scritto Jean Christophe Rufin «Il Cammino è un’alchimia del tempo sull’anima. È un processo che non può essere immediato e nemmeno veloce. Il pellegrino che assomma le giornate a piedi lo sperimenta».

Al vostro ritorno, valicherete quella sottile linea che si pone tra il pellegrino e l’aspirante tale, ma anche tra voi che avete camminato per un mese otto ore al giorno e chi non si farebbe mai sfiorare neanche dall’idea di cimentarsi nell’impresa. Saprete finalmente rispondere alle domande dei più curiosi -coloro che inconsapevolmente, ponendovi domande, hanno già intrapreso quel processo di trasformazione da camminatori a pellegrini- con i racconti delle vostre giornate di Cammino. Spiegare quel delizioso paradosso che riguarda un’esperienza incredibile e talmente fisica, concreta e faticosa, che fa vibrare però corde così spirituali e profonde. Basterà semplicemente il vostro sguardo.

Coi piedi tra le nuvole nel regno dell’aquila reale –

Ci sono storie affascinanti che si svelano attraverso semplici elementi – come pietre, cocci e segni – che solo chi ha voglia di leggere, riesce a ricostruire. Di storie così sono ricche le alture che circondano Palermo, montagne per i più anonime, a cui magari non avete mai dato importanza. Alcuni tra questi monti dell’oblio, i siciliani li hanno avuti di sicuro sopra gli occhi viaggiando sull’autostrada Palermo-Catania, nel tratto che va da Altavilla Milicia fino a Termini Imerese (passando per le zone di San Nicola l'Arena, Trabia, Caccamo, Baucina, Cerda e Ventimiglia di Sicilia): si tratta di pizzo Cane, pizzo Trigna, pizzo Selva, San Michele, Sant'Onofrio e  poco più in avanti monte San Calogero. Questo è il regno dell’aquila reale che vola solitaria e maestosa, custode di una natura aspra ma bellissima. Il territorio è quello della "Riserva Naturale Orientata di Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto”, tra le più importanti aree protette della Provincia del capoluogo siciliano.

Dentro la Riserva si snoda un dedalo di sentieri che si dipanano tra i segreti di un’area protetta di oltre 4.500 metri, sul versante occidentale del Parco delle Madonie, affacciata direttamente sul Mar Tirreno. Quando deciderete di esplorarlo (i percorsi sono molto variegati e consentono escursioni in mountain bike e di trekking) vi consigliamo di fare un primo “giro di prova” che vi consentirà di scoprire le tante opzioni di tragitto che questa riserva offre all’escursionista.

Gli ingressi all’area protetta sono diversi, i più noti sono quelli di Altavilla Milicia (paese); quello dell’area forestale in prossimità del bevaio Angelia che a pochi minuti alla bellissima Grotta Mazzamuto; un altro che si raggiunge dal paese di Trabia e un altro ancora che si trova sulla strada provinciale n.6 che conduce a Ventimiglia di Sicilia, da cui è raggiungibile l’eremo di San Felice, edificato tra il 1290 e il 1310 dall’eremita laico Frà Guglielmo Gnoffi (l'eremo era addirittura utilizzato come punto di riferimento a mare dai rais delle tonnare di San Nicola L'Arena e Trabia per la posa delle reti).

Oggi, da molti escursionisti, l’eremo è considerato la “porta principale” della riserva e assieme alla “Casina” sul monte Sant’Onofrio, è tra le costruzioni più antiche dell’area protetta. Poco distante dall’eremo si trova Cozzo Sannita dove, lungo il corso del fiume San Leonardo, si notano le tracce di un antico insediamento urbano punico-ellenistico: un punto di partenza ideale (ci vogliono più o meno due ore di marcia) nel per raggiungere, tra numerose e bellissime sorgenti d’acqua, la grotta dei Birilli.

Quello che vi proponiamo è di effettuare la prima esplorazione della riserva (in seguito potrete affrontare uno splendido percorso ad anello che attraversa tre rifugi n.d.a.) raggiungendo l’ingresso vicino la casa forestale Angelia, percorrendo la statale 113 in direzione Messina (dopo essere usciti dall’autostrada – per chi proviente da Palermo – ad Altavilla Milicia) e svoltando a destra al cartello “San Michele Sperone”. Di lì in poi superando una sala trattenimenti (una volta conosciuta come lo storico locale “Quadrivio” oggi "Villa Nosa") potrete seguire le indicazioni per l’ingresso dell’area protetta e continuare a piedi. Il sentiero di sterrato che sale fino “alle antenne” (piano Piraino) è facile (anche se la pendenza è costante) e durante la camminata troverete diverse possibili varianti alla vostra escursione. In tutto per arrivare fino in cima e ritornare sui vostri passi, potrete impiegare circa quattro ore.

Sarete rapiti da rarissimi esemplari di acero campestre, ornello e di ligustro. In alcune zone il sottobosco offre pure qualche esemplare di Boletus Leccinum. La riserva dà poi sicuro riparo a rapaci come il nibbio, il falco pellegrino e il gheppio. Senza contare che durante il cammino, la martora, l'istrice e il gatto selvatico potrebbero anche raccontarvi qualche storia su questi luoghi che hanno eletto a loro dimora. Che aspettate allora? Se siete camminatori a cui – come me – piace godere del bosco tutto l'anno, sfruttate l'imminente e mite parentesi invernale sicula per ammirare le punte più in alto come pizzo Inferno talvolta imbiancate da brevi e insolite spruzzate di neve siciliana, oppure fissate una visita a questa riserva poco più avantigià nella prima primavera, quando le piogge si diradano, la Riserva Orientata di Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto, offre l’impareggiabile spettacolo di praterie di Asfodelo, fioriture di Rosa peonia e Iberide.

By: http://about.me/miocarobru

Un week-end in Sicilia alla scoperta di Natura e storia con Green Sicily Outdoor

La Sicilia custodisce tesori spesso poco conosciuti. Il 13 e 14 ottobre, Green Sicily Outdoor propone un fine settimana di escursioni in alcune delle meraviglie dell’Ennese.

Una passeggiata nel tempo e nello spazio, tra Calascibetta, la Necropoli di Realmese e il villaggio bizantino di Vallone Canalotto. Vediamo nel dettaglio il programma di questi due giorni dedicati a scoprire la bellezza della splendida Isola del Mediterraneo. Sabato 13 ottobre sarà dedicato alla visita del centro storico di Calascibetta. Un’occasione unica per conoscere le antichissime origini di questa cittadina adagiata sul Monte Xibet.

IN GIRO PER LA CITTADINA – Tra stretti vicoli e viuzze lastricate di pietra lavica, si scorgono ancora testimonianze di epoche remote, bellissime chiese, imponenti torri, e all’improvviso si aprono vasti e straordinari paesaggi. Un viaggio a ritroso, dalla preistoria al periodo arabo, da quello normanno alla dominazione aragonese.

Prima tappa in programma la Chiesa di S. Antonio Abate, il cui interno è caratterizzato da motivi barocchi, affreschi, pregevoli tele, stucchi e le statue in gesso dei dodici apostoli. L’altare è impreziosito da un’opera del bolognese Giuseppe Alvino, “Sant’Antonio Abate in Cattedra”.

La Chiesa di Maria SS. Del Carmelo, di stile neo classico, si staglia su Piazza Umberto I, la piazza principale della città, e custodisce il gruppo marmoreo de L’Annunciazione, di Antonello Gagini.

La cittadella si estendeva dall’odierna torre della Chiesa di S. Paolo, trasformata in seguito in torre campanaria, fino a quella che era una delle porte di accesso alla città, ovvero la Porta dei Longobardi, che si trovava poco sotto la Chiesa-fortezza di S. Pietro e la Torre Normanna. Precedentemente, l’area era occupata da un fortilizio arabo, costruito anch’esso per l’assedio alla Enna bizantina. Il rimando al periodo arabo è evidente negli stretti vicoli che caratterizzano questa zona, così come nel pozzo di accesso al qanat di Via Soprana.

LA REGGIA CAPPELLA PALATINA – Magnifici paesaggi si godono da piazza Itria e piazza S. Lucia, dove la vista spazia dall’Etna alle Madonie, passando per l’Altesina, i Nebrodi, il lago Nicoletti e gli ampi pascoli tipici di questo territorio. Ciò che caratterizza maggiormente quest’area, è la presenza della Regia Cappella Palatina, di stile catalano-aragonese, voluta da Pietro II d’Aragona e ultimata nel 1340.

Custode di pregevoli opere come le tele del Sozzi (“Il Gran Conte Ruggero e la Città di Calascibetta”), dello Svirech e di Lamanna, oltre che di un ciborio e un fonte battesimale di scuola gaginiana.

Pregevoli stucchi ornano le absidi e magnifici archi ogivali, sorretti da colonne le cui basi mostrano motivi zoomorfi, antropomorfi e apotropaici, caratterizzano le tre navate.

DOMENICA 14 OTTOBRE – Dopo aver trascorso la giornata di sabato camminando tra le bellezze cittadine, domenica ci si dedicherà al trekking e alla scoperta di due tra i siti archeologici più belli e interessanti dell’Ennese, e della natura che li caratterizza.

Si inizierà la nostra camminata nell’imponente Necropoli di Realmese dalle trecento piccole tombe a forno di età protostorica, che si aprono su imponenti pareti di bianca roccia calcarea, luogo della leggendaria “Truvatùra di Realmesi”, qui dove ondeggiano gli asfodeli e l’aria profuma di timo.

O SCURUSU – Percorrendo parte dell’antica Regia Trazzera di Furma, che collega Calascibetta a Gangi, giungeremo presso la zona detta “O’ scurùsu”.

Con le sue tante sorgenti in grotta, le tombe a forma, quelle ad arcosolio di età romana, quelle a camera di età greco-arcaica, per giungere ad una zona sommitale dove sarà possibile sostare su un verde prato per il pranzo a sacco, godendo di uno sconfinato panorama.

Splendidi paesaggi, come il Monte Altesina, l’Etna e le verdi colline xibetane, rapiranno i nostri sguardi, lungo un cammino che ci condurrà al Villaggio bizantino di Vallone Canalotto.

IL VILLAGGIO NELLA ROCCIA – Si andrà alla scoperta del villaggio nella roccia, passeggiando su quello che è stato di recente segnalato tra “i cinquanta sentieri più belli della Sicilia”. Proprio questo sentiero ha ottenenuto l’apprezzamento dei visitatori conseguendo il Certificato di Eccellenza su TripAdvisor nel 2017 e nel 2018.

Un luogo dove natura e storia si incontrano, legandosi armoniosamente, un luogo che si svela centellinando una sorpresa dopo l’altra.

UN VIAGGIO NEL TEMPO – Percorrere questi sentieri significa intraprendere un autentico viaggio nell’antichità e, al contempo, un’esperienza sensoriale unica. Si potrà camminare all’ombra di maestose pareti di roccia che dominano la Valle del Morello e l’omonimo lago, ospitando tombe a “grotticella" e ad “arcosolio”, chiese rupestri, columbaria, il qanat, i palmenti, in un ideale abbraccio di pietra che narra di epoche lontane e antichi popoli.

Green Sicily Outdoor è un network di associazioni e di guide ambientali che opera su tutto il territorio siciliano. Il loro obiettivo è far conoscere la Sicilia e le sue molteplici sfaccettature, la natura con le sue riserve ed i parchi. Ma anche la cultura che ne permea l’ossatura, illustrandone la storia e la preistoria, la geologia e la botanica. Green Sicily è un team di professionisti (botanici, geologi, archeologi, naturalisti e giornalisti) con la passione per la Natura e il forte desiderio di condividerla con chi sa apprezzarne i valori più intimi, i silenzi dei boschi innevati o delle notti stellate, gli odori ed i colori della primavera e dell’autunno, i paesaggi.

22-28 Ottobre | 5a edizione MILANO MONTAGNA FESTIVAL & FUORI FESTIVAL 2018 –

Torna una nuova edizione di Milano Montagna che quest'anno diventa Festival e Fuori Festival

Fuori Festival: 22-28 ottobre – eventi diffusi in città

Festival: 25-28 ottobre – BASE Milano, via Bergognone 34 (ingresso gratuito)  

Questa 5a edizione racconterà le Tracce che lasciamo dopo il nostro passaggio e quelle che la montagna lascia dentro di noi.

 

Milano Montagna Festival & Fuori Festival, powered by Vibram, è l’evento internazionale dedicato alla promozione della cultura della montagna e dello sport outdoor. Si consolidano in questa quinta edizione la collaborazione con il Comune di Milano, da sempre sostenitore del Festival, la partnership con il CAI Milano iniziata lo scorso anno e il supporto di Vibram. Compagna di viaggio sin dalla prima edizione, Vibram rafforza il suo legame con Milano Montagna e in questa nuova edizione supporterà sia il Festival con le sue iniziative a programma, sia la novità del Fuori Festival, a testimoniare una volontà sempre più forte di sostenere il movimento e i valori della montagna, con l’obiettivo di sensibilizzare in maniera diffusa sempre più appassionati e neofiti. Una iniziativa in cui Vibram ha sempre creduto per vocazione, per affinità di intenti e per il forte legame con la città di Milano.  

Da quest’anno il Festival diventa anche Fuori Festival con una serie di eventi diffusi in città durante la settimana dal 22 al 28 ottobre. Protagoniste di questa edizione sono le Tracce che lasciamo dopo il nostro passaggio, quelle lasciate nell’immaginario personale e collettivo dai grandi alpinisti, esploratori, scalatori, sciatori, scrittori e registi, fino a quelle che la montagna lascia dentro di noi.  

 

Festival: 25-28 ottobre BASE Milano, via Bergognone 34. Primo tra i nostri ospiti internazionali Andrzej Bargiel, che con la prima discesa integrale in sci del K2 ha chiuso quest’estate il cerchio delle imprese finora ritenute impossibili in Himalaya. Insieme alla sua, le storie di grandi atleti internazionali, alpinisti, freerider ed esploratori come Hansjörg Auer, Xavier de le Rue, Matteo della Bordella, Arianna Tricomi, Markus Eder, Ettore Personnettaz, Shanty Cipolli, Luca Albrisi, Stefano Ruzza, Franco Collè e Eric Hjorleifson e molti altri che ci parleranno delle imprese che, rimaste impossibili per decenni, sono state realizzate grazie alla lunga serie di nevicate della stagione invernale 2018.

Accanto alla narrazione sportiva, sul palco sono in programma proiezioni di film in anteprima internazionale come Hojicon Eric Hjorleifson, Sky Piercer con Xavier de le Rue, Sam Smoothy e Nadine Wallner, e Duality con le quattro atlete del Trailrunning Team Vibram: Yulia Baykova, Audrey Bassac, Juliette Blanchet e Uxue Fraile Azpeitia.

Inoltre, retrospettive di film che hanno fatto la storia della cinematografia di montagna, presentazioni di libri e talk scientifici e, in anteprima per il Festival, la presentazione del progetto del primo parco italiano a economia circolare realizzato dall’Università Bocconi.

Come ogni anno non mancheranno action sport e svago anche per famiglie e bambini (dai 5 anni in su), con una parete di arrampicata gratuita per tutti gestita dal CAI Milano.

Novità di questa edizione la Biblioteca Milano Montagna: una collezione di libri a tema montagna a 360°, per un invito alla lettura aperto a tutti.

Milano Montagna promuove anche alle generazioni più giovani l’avvicinamento consapevole alla pratica sportiva e ai forti valori educativi culturali e ambientali della montagna, offrendo momenti di formazione e coinvolgimento delle scuole, con un confronto tra studenti, atleti e scienziati.

Cornice continuativa di tutto il Festival: food & drink e dj set.

 

Fuori Festival: 22-28 ottobre, eventi diffusi in città. Novità di quest’anno è il Fuori Festival, che si propone di portare le montagne nel cuore della città, grazie alla partnership con il CAI Milano che organizzerà attività gratuite di nordic walking, orienteering, il tracciamento del sentiero Monte Stella e un assaggio di ambiente alpino con l’esperienza delle sezioni CAI “Mediolanum”.

Il programma del Fuori Festival coinvolgerà altre importanti istituzioni milanesi come il MUBA Museo dei Bambini Milano, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, il Planetario Ulrico Hoepli, SEA Milan Airports, il Sistema Bibliotecario Milanese eil Touring Club Italiano, ma anche negozi di sport e outdoor, palestre di arrampicata, librerie, ristoranti e associazioni culturali e sportive con eventi dedicati agli appassionati di sport, cultura e cibo di montagna lasciando tracce di montagna in città.

Ad inaugurare questa settimana dedicata alla montagna, lunedì 22 ottobre ore 20.30 presso l’Auditorium di Milano,torna a Milano il re degli 8.000 Reinhold Messner per lo spettacolo L’assassinio dell’impossibile. Presenta Alessandro Filippini, a cura di Aldo Faleri. 

 

Programma Festival 2018 : https://www.milanomontagna.it/milano-montagna-festival/programma/

Programma Fuori Festival 2018: https://www.milanomontagna.it/fuori-festival/  

Milano Montagna Festival & Fuori Festival, powered by Vibram, è realizzato con il patrocinio di Regione Lombardia, del Comune di Milano, della Fondazione Cariplo e del CONI Lombardia. L’evento è realizzato in collaborazione con CAI Milano e BASE Milano  

SEGUI LE TRACCE.

INFO: info@milanomontagna.it

Tel + 39 3479836241

#milanomontagna #traccedimontagna #vibram  

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Cammino di San Francesco di Paola (Tappa 3) –

L'ultimo giorno non è mai il migliore, tutto sta per finire e la quotidianetà e li dietro l'angolo ad attenderti. Ci godiamo un panorama che ci porta, in due tappe ravvicinate, a raggiungere prima la quota 1350 del Monte Palazzello e subito dopo la vetta del nostro Cammino ai 1389 del Cozzo Cervello.

Non manca l'occasione per scattare qualche foto ricordo del gruppo e in particolare la prima vetta offre un panorama davvero suggestivo. Poi inizia la lunga ed alle volte difficoltosa discesa che ci porterà a Paola.

Il bosco è incantato, dal Tirreno sale l'aria calda del mare che produce una leggera nebbia nella quale tutto sfuma e la luce che penetra dai rami crea effetti luminosi come su di un set cinematografico. Ci siamo, ad una svolta del sentiero ecco il mare e Paola. Picccoli rivoli d'acqua attraversano il nostro sentiero che a volte si fa pietroso ed insidioso per le gambe ormai stanche, ma la meta è oramai vicina e quando siamo già giunti in vista del Santuario ecco che, come vuole il Cammino, ci aspetta una piacevolissima sorpresa. Un piccolo torrente al bordo della strada ci da l'occasione per poterci rinfrescare, ne approfittiamo per mettere a mollo i piedi nell'acqua fresca e per toglierci di dosso la polvere ed il sudore. Ancora poche centinaia di metri e siamo alla pietra Km. zero, siamo giunti alla fine del nostro Cammino e dopo le rituali foto , la consegna del Testimonium e la visita al Santuario è il momento dei saluti.

Grazie alle nostre splendide guide Alessandro e Riccardo grazie a tutti i compagni di avventura. Un Cammino da fare per la spettacolarità dei luoghi attraversati, per l'ospitalità unica di Cerzeto, per l'organizzazione giovane ma puntuale che ti fa vivere l'esperienza con un senso di libertà pur all'interno di un organizzazione non semplice come quella di un gruppo eterogeneo come il nostro. Un abbraccio ad Enrico e sua moglie Agata (non vi dimenticheremo mai) che ci hanno accolto in casa come figli a tutti i compagni di viaggio indistintamente. Ci rivediamo sulla via dell'Eremita.

Dal Pozzillo a Trelleca. il monte Taburno –

Le Associazioni Vivisannio e Terra &Radici, vi propongono un'escursione per domenica 30 settembre.

L'appuntamento è a Melizzano in piazza Roma, per poi partire con le proprie auto fino a raggiungere la vetta del Taburno. Lasciate le auto, ci si incamminerà lungo un percorso di circa 8 km all'ombra di grandi faggeti.

Durante il percorso si potranno ammirare e visitare vecchie costruzioni tipiche degli anni dei Borboni. E' un percorso lungo ma molto semplice e adatto a tutti.

Le informazioni di qualunque tipo (dove dormire, dove mangiare, informazioni particolari riguardante l'escursione) potete chiederle al 334 77 33 5 33 

Cammino di San Francesco di Paola (Tappa 2) –

Ospitalità diffusa una scelta da promuovere perché ti mette in stretto contatto con la realtà delle persone e quelle che ci ospitano sono davvero speciali. Appena svegli riprendiamo a raccontarci dinanzi ad una colazione familiare, ricca e genuina. Peccato dover ripartire non prima di esserci abbracciati e aver ringraziato per l’ospitalità. Si va in piazza ed i nostri ormai ex accompagnatori ora amici di Cammino ci fanno trovare ciambelle panini frutta.

Si parte un breve tratto sull’asfalto e poi ripercorriamo un tratto della strada percorsa ieri, questa volta in salita e poi dopo 4 km entriamo in una faggeta da favola, siamo immersi in un quadro ricco di colori. La scala cromatica del verde, dell’ azzurro e del marrone e interrotta solo dal rosa dei ciclamini che sono nel pieno della loro fioritura.

Proseguíamo per circa dieci km e quando giungiamo nell’area ristoro c'è ad aspettarci mezza amministrazione comunale, maggioranza ed opposizione intorno ad una brace sulla quale finisce un po’ di tutto, dalle uova agli spiedini di carne per finire alla salsiccia piccante, il tutto annaffiato da vino rosso, risate e abbracci. Spettacolare un momento speciale di condivisione, uno di quei momenti che ti regalano i Cammini.

Il resto della giornata trascorre sempre nella faggeta che non ci lesina ancora meraviglie, improvvisa dal nulla subito dopo il valico appare la bruma che rende il paesaggio fiabesco. Cos’altro ci aspetta? Siamo in un alberghetto in mezzo al bosco e in attesa della cena di fronte ad una birra ci raccontiamo.

Cammino di San Francesco di Paola (Tappa 1) –

“Se pensi alla strada che devi percorrere ti trovi tremendamente a disagio e la vita diventa troppo complicata. Se smetti di pensare e cominci invece a camminare, il tuo fardello si alleggerisce e inizi a intuire il tuo percorso, a scoprire una tua "visione". (Osho)

Francesco di Paola nacque per intercessione di san Francesco d’Assisi e per questo ne porta il nome. Alla nascita, il bambino aveva una grave malformazione all’occhio e così i genitori, Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, si rivolsero al Serafico e fecero voto che se il figlio fosse guarito, gli avrebbero fatto indossare l’abito francescano per un anno. I coniugi ottennero la grazia e al compimento dei 13 anni chiesero al figlio di sciogliere il voto.

Francesco ben volentieri accettò di trascorrere un anno come oblato a San Marco Argentano, in Val di Crati, presso il convento francescano della Riforma. Al termine dell’anno votivo, i frati avrebbero voluto ammettere il giovane al noviziato, ma Francesco decise di tornare a casa, a Paola.

 

E proprio su questo sentiero si sviluppa l’itinerario del Primo Cammino: la via del Giovane.

Partenza da San Marco Argentano dove abbiamo modo di entrare in sintonia con la Storia visitando la Cattedrale, la chiesa della Riforma ed infine la prima cripta dove il Santo visse.

Poi si parte per il mio Cammino il primo con un gruppo così numeroso, mi giro a destra e cerco la mia ombra, anche alla mia sinistra c’è il vuoto, dove sono i miei compagni di viaggio ed in particolare Francesco mio fedele compagno e amico? Proseguo con i miei pensieri che scorrono copiosi come il sudore che scende dalla mia fronte sulla prima ed impegnativa salita che ci porta in quota al rifugio “tana dei lupi” dove facciamo la prima sosta.

Il gruppo si è spezzato in due, avanti Alessandro insieme ai miei compagni ed un altro gruppetto e dietro Riccardo che fa da raccordo con i più lenti. Il percorso è piacevole  sulla destra il gruppo montuoso dell'Orsomarso svetta lontano e il castagneto che costeggia lo sterrato ci offre un po’ di refrigerio in una giornata calda ed un po’ cupa, come il mio umore. Non mi riconosco in un gruppo così grande anche se i momenti di goliardia non mancano.

Le nostre guide Alessandro e Riccardo sono sempre disponibili a raccontare e raccontarsi. Il progetto è valido e credo possa avere un buon successo. Arrivo a Cerzeto, borgo di etnia albanese. Siamo ospiti di Agata ed Enrico: due persone squisite che ci mettono a disposizione la casa, lavatrice compresa. Routine di ogni cammino e poi in piazza ad aspettare gli altri.

Tra un sorso di birra  e due patatine assistiamo ad un partita di carte tra gli avventori del bar che parlano senza che si riesca a capire nulla di quel che si dicono. Alla spicciolata arriva il resto del gruppo, arrivano le guide ed arriva il Sindaco, alcuni componenti della giunta e Roberto xché ci racconta la storia di Cerzeto. Foto si rito, scambi si saluti e ci tuffiamo nella magia della cucina della Giara. Pasta del pellegrino ed altri succulenti piatti dal ruspante sapore da km 0 – anzi meno, considera che tutti i prodotti usati sono di loro produzione. Tutto accompagnato dai racconti di Roberto in lingua. Mesë ndte. Che vuol dire salute. Ottimo il vino. Ottima la compagnia: buonanotte, a domani.

Serata Alpinistica con LUCA SCHIERA –

Serata Alpinistica con LUCA SCHIERA membro dei Ragni della Grignetta e accademico del CAAI (Club Alpino Accademico Italiano).

Mercoledi 26 settembre – ore 21 – Villa Scheibler a Milano – via Felice Orsini 21 che racconterà, anche con video, delle sue scalate e della sua passione, di terre alte ed emozionanti, come la Patagonia o l'Isola di Baffin, dell'Asia e dell'Africa, della val di Mello, di pareti impossibili e montagne da incanto in Italia e in Europa.

Luca Schiera, benchè molto giovane, ha già un palmares di grandissimo livello: un numero notevole di prime assolute e di prime ripetizioni di vie di grado molto elevato fino all'8a, in Italia, in Europa e in altre parti del mondo.

Un fuoriclasse che ama l'avventura, le montagne difficili, le pareti inviolate, l'esplorazione, l'avventura.

Da non perdere.

Organizzazione by:

-Noesis: https://www.facebook.com/noesisculturamilano/

-Noesis Stile Alpino: https://www.facebook.com/MaurizioNoesis

Gustosando in Valtellina –

Conto alla rovescia per Gustosando in Valtellina, gli itinerari enogastronomici in bassa Valtellina e valli alla scoperta dei piatti della tradizione e dei vini valtellinesi.

Dal 29 settembre vi aspetta un’esperienza unica, a piedi, immersa nella natura, tra splendide viste panoramiche, antichi borghi, massi erratici, cappellette votive e scorci indimenticabili.

Percorsi all’insegna del gusto e della cultura sulla Costiera dei Cech, che inizia a tingersi dei caldi colori autunnali, in Valgerola e nella Valle del Bitto di Albaredo, nei quali esplorare le origini, i valori e le tipicità di questi caratteristici luoghi montani.

Piacevoli e appetitose passeggiate nella suggestiva atmosfera di storiche corti e cantine, durante le quali si potranno degustare prodotti tipici e ricette di antica memoria, abbinati ai prestigiosi vini DOC e DOCG della Valtellina e alle etichette prodotte sui terrazzamenti della Costiera.

Orari e programma online su www.gustosandoinvaltellina.com.

Calendario:
– 29/30 settembre e 6/7 ottobre Dazio e Civo;
– 29/30 settembre e 6/7 ottobre Gerola Alta;
– 30 settembre e 7 ottobre Sentiero del Vino;
– 6/7 e 13/14 ottobre Albaredo per San Marco;
– 6/7 e 13/14 ottobre Mello in Cantina e Bollicine nelle corti;
– 6/7 e 13/14 ottobre Traona in Cantina;
– 27/28 ottobre Invölt da Dubin.

I pass sono acquistabili su www.gustosandoinvaltellina.com, ad esclusione del "Sentiero del vino" per cui è obbligatoria la prenotazione al numero 0342 601140. Inoltre, durante i giorni della manifestazione, si potranno comprare a Morbegno in piazza S. Antonio e in piazza Bossi, e in loco, nei vari punti vendita dei comuni coinvolti.

Trasferimenti comodi grazie alle navette gratuite da Morbegno, con partenza 30 minuti prima dell'apertura e ritorno fino a 30 minuti dopo la chiusura: piazza Bossi per Dazio e Civo, Sentiero del Vino, Mello e Traona; via Rivolta per Gerola Alta; piazza S. Antonio per Albaredo per S. Marco.

L’accesso ai tour enogastronomici è consentito esclusivamente ai possessori del pass, che include le degustazioni di prodotti tipici abbinati ai vini e il calice ufficiale della manifestazione. Inoltre dà diritto all'utilizzo delle navette ed è valido per l’intero fine settimana prescelto.

Previsto il pass ridotto per i minori e gli astemi, a cui verrà consegnata una bottiglia d'acqua invece del bicchiere.

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