Escursioni in sicurezza

Con la bella stagione, molte persone escono per un escursione in montagna, anche semplicemente per passeggiare, cercare funghi o andare in bicicletta, di seguito vi diamo alcune indicazioni utili, per fare le vostre esperienze in ambiente naturale con una certa sicurezza, evitando incidenti:

Abbigliamento: vestirsi in modo appropriato alle condizioni che si devono affrontare.

Equipaggiamento: portare almeno un equipaggiamento base (coltello, kit accensione fuoco, fischietto). Accertatevi di saper usare correttamente l’attrezzatura e non dimenticate un set di primo soccorso.

Itinerario: consultate cartine, guide ed informatevi presso professionisti locali sulle condizioni meteo e ambientali.

Limiti: nel programmare l’itinerario tenete conto del vostro livello tecnico e dello stato di allenamento. Riconoscere i propri limiti può salvare la vita.

Cibo: oltre ai vostri alimenti normali, portare una scorta di cibo e acqua di emergenza.

Meteo: in montagna soprattutto ad alta quota, le condizioni meteo possono mutare radicalmente anche in pochi minuti.

Partire da soli: è più rischioso, se scegliete questa opzione portare con sé un telefonino ed accertarsi che ci sia copertura.

Lasciate informazioni: comunicate ai vostri conoscenti o enti preposti informazioni sul vostro itinerario e sull’orario approssimativo di rientro.

Segnaletica: osservate l’ eventuale segnaletica o indicazioni che trovate sul percorso.

Tornare sui propri passi: se le condizioni del tempo o la difficoltà aumenta vi consigliamo di rientrare, non vergognatevi di ciò. La montagna rimane dove l’avete lasciata per la prossima escursione.

Incidente: in caso di incidente valutate il caso e se necessario chiamate il 118.

Un pò di chiarezza nella giungla delle lame

a cura di Edoardo "OMBRA" Stoppini, Aiuto-Istruttore Survival School SOS2012 ed Esperto di Lame Inox o carbonio, full tang o narrow tang, scandi o full flat, folding o fissa…in qualunque modo la vogliate mettere, la lama è la migliore compagna di chi pratica discipline outdoor!

Tuttavia non è affatto semplice per il neofita scegliere tra tutte queste tipologie ed il mercato è letteralmente inondato di marche e coltelli tra i quali la paccottiglia regna sovrana…ma non vi preoccupate, questa brevissima "guida" ha lo scopo di darvi qualche informazione in più per scegliere la vostra prima lama, o qualche "giustificazione" per aggiungere la centoventesima alla collezione, se siete proprio inguaribili (mi raccomando, queste scuse non reggeranno con vostra moglie/marito, quindi non provateci nemmeno!). Il coltello è forse stato uno dei primi utensili realizzati dall'uomo e senza discussione uno dei più utili.

Questo ha causato un esploit di forme, dimensioni, geometrie e tipologie basati su fattori culturali, tradizionali e di utilizzo. Iniziamo a districarci per categorie. Pieghevole (folding) VS fissa(fixed tang): Generalmente per il nostro sport si privilegia la lama fissa ed il motivo è semplice…non ha parti mobili, non ha meccaniche soggette a rottura da stress o molle che possano incepparsi con il fango ed il terriccio.

Sono di facile pulizia e manutenzione e di norma più robuste. Se proprio volete accompagnarvi con un folding allora sceglietelo come lama di riserva o come lama da kit, non come lama principale. Anche in questo caso ce ne sono migliaia sul mercato, ma personalmente la Victorinox (eh si…"quello di Mac Giver") offre grande qualità e molteplici funzioni ad un prezzo ottimo. Modelli come il Trailmaster o il Farmer Alox sono noti per la robustezza ed hanno il vantaggio di avere altri utili strumenti incorporati (la sega della Victorinox è una delle più efficaci per le dimensioni che ha). Inossidabile (Inox o Stainless Steel) VS Carbonio (Carbon steel): Difficile…difficile!!!

Iniziamo dicendo che tutti gli acciai sono composti di base dagli stessi elementi, ovvero ferro e carbonio. Il ferro di per se è morbido e non idoneo alla creazione di efficaci strumenti da taglio, ma con l'aggiunta di carbonio ed il processo di tempra, acquisisce molta più durezza (ma anche fragilità). Il ferro è poi il componente che tende ad "arrugginire" o meglio ossidare, in quanto ha la capacità di legarsi con gli atomi di ossigeno. La cosa che differenza uno stainless dagli altri coltelli è l'aggiunta del cromo (in generose quantità, dal 12% fino oltre al 20%), che offre un bersaglio diverso all'ossigeno preservando il ferro dall'ossidazione. Tuttavia questo aggiunge maggior fragilità alla lama. Infatti se doveste colpire una roccia con il vostro coltello Stainless potreste scheggiare(chip) la lama, mentre con un carbon è più facile che si pieghi un po (roll). Inutile dire che una piccola piega si può sistemare, persino sul campo…mentre per le scheggiature non c'è molto da fare. I carbon sono inoltre più semplici da affilare, tuttavia la loro lama deve essere protetta dall'ossigeno e dall'acqua, con una copertura di fabbrica (vernici, polveri…ve ne sono moltissime) o applicando olio prima di riporla o di utilizzarla sul campo.

Cosa scegliere quindi??? Dipende dall'uso del coltello…se è una lama destinata allo stress (chopping e batoning) allora forse un carbon è la scelta giusta, in quanto garantisce più resistenza, mentre per una lama dedicata ai lavori di fino, alla preparazione del cibo o da usare in ambienti molto umidi allora lo stainless ha una marcia in più. Full Tang o Narrow Tang: Qui la differenza sta nel manico! Ovvero se la lama è un unico blocco di acciaio con le guancette messe a mò di panino allora è full tang (ovvero il codolo del coltello arriva fino in fondo ed ha uno spessore importante). Se invece la lama scompare nel manico che la avvolge completamente allora probabilmente sarà narrow tang e la parte non visibile sarà non più spessa e grande di un chiodo. La lama full tang è incredibilmente più robusta, ma anche più pesante. Anche qui vige il suggerimento precedente…se è una lama dedicata al lavoro pesante allora che full tang sia! Se invece abbiamo una lama per lavori di fino o da usare per un prolungato periodo di tempo, il narrow tang può essere una buona opzione (anche per i modelli combat è molto usata, poichè conferisce leggerezza).

Moltissimi coltelli del nord (dalla Scandinavia e dalla Svezia, come i Mora) sono narrow ma vantano una robustezza impressionante. Il tipo di grind, o filo Anche qui molte differenze: scandi, convex, full flat, chisel, sabre, hollow…in pratica sono tutte geometrie diverse che influenzano il taglio del coltello. Senza entrare troppo nello specifico vorrei evidenziare la differeza tra la lama scandi e le altre. Questa infatti (oltre alla convex o convessa) è la migliore lama da legno in assoluto, capace di mordere con aggressività oppure di lavorare di fino, ad esempio per fare featherstick. E' anche un tipo di filo incredibilmente semplice da affilare sul campo. Gli altri sono più o meno simili, nel senso che hanno dverse geometrie che partano dal dorso al filo, ma che comunque hanno un filo secondario e non si comportano poi in maniera così diversa.

Ed ora che conoscete un po di più le differenze…dove comprare?!?!? Le armerie sono una valida opzione ma bisogna essere preparati ad un (forte!) rincaro sul prezzo…tuttavia avete il vantaggio di poter toccare la lama e sentirla. Dovete infatti considerare il coltello come un sistema di lama + manico + fodero e tutte le componenti di questo sistema sono importanti quasi allo stesso modo. Lame eccellenti con manici scomodi sono inutili, mentre molte altre tecnicamente valide vi faranno infuriare per un fodero che "sciaqua" o che non sta fermo. Se invece avete le idee chiare e volete risparmiare, l'online è la vostra scelta. Ci sono moltissime realtà ma vi consiglio di guardare prima su www.bugout.it (una realtà emergente ma solida con prezzi veramente ottimi). Anche su http://www.amazon.it potete trovare qualcosa(anche se qui dovete stare molto attenti ai prezzi). Ricordate che potete comprare anche da www.amazon.de , la versione tedesca, che ha molta più scelta. Anche www.heinnie.com ha moltissima scelta ma i prezzi sono piuttosto alti e ve lo consiglio solo se non avete trovato nulla in Italia e volete proprio quella lama. Spero di avervi chiarito qualche dubbio sul mondo delle lame…o meglio, di non avervene fatti venire altri! Al prossimo post, Ombra

Come scegliere lo zaino da trekking

Lo zaino da trekking è progettato per chi ama l'escursionismo, dalle brevi gite fuori porta al trekking di più giorni. È il vostro inseparabile compagno di viaggio, la vostra dispensa, il vostro armadio e, perché no, anche il vostro cuscino. Ecco perché la scelta va fatta con estrema cura.

La prima cosa da considerare è il tipo di attività che intendete svolgere e quindi la capacità dello zaino, misurata in litri: gli zaini da escursionismo di un giorno non dovrebbero essere più grandi di 35 litri. Per le uscite più lunghe, con pernottando in rifugi, è sufficiente uno zaino da 40-50 litri. Se avete intenzione di dormire in tenda, dovrete trasportare un bel po' di attrezzatura e sarà necessario uno zaino da 60 litri in su.

Anche la stagione ha il suo peso, in estate le dimensioni possono essere ridotte dovendo caricare meno materiale, mentre in inverno c'è bisogno di una capienza maggiore per portare abbigliamento e attrezzature più voluminosi. Una volta stabilita la capacità, il passo successivo è considerare fattori importanti come: forma, imbottitura degli spallacci e sistemi di regolazione, tasche ed aperture, agganci esterni per il trasporto di attrezzature.

La forma dello zaino da trekking deve consentire una distribuzione dei pesi corretta, lo schienale deve essere regolabile per adattarsi perfettamente alla vostra anatomia e la struttura compatta e sviluppata in altezza per un'andatura più bilanciata.

Gli zaini da escursionismo di grandi dimensioni dovrebbero essere dotati di telaio rigido interno, in modo da rendere più stabile l'aderenza alla schiena, e di una cintura ventrale ampia e imbottita, fondamentale per scaricare il peso sul bacino e non affaticare schiena e spalle.

Anche gli spallacci devono essere morbidi e imbottiti, meglio se provvisti di cinghia pettorale per impedirne lo scivolamento all'esterno. Importante è la presenza delle cinghie per il richiamo del carico, che servono a regolare la pressione dello zaino sulle spalle, e le cinghie di compressione, che mantengono compatto il contenuto e migliorano equilibrio e stabilità.

Per quanto riguarda gli spazi interni, sarebbe meglio se lo zaino da trekking fosse dotato di due zone distinte di accesso, in modo da rendere più facile raggiungere quello che vi serve. Considerate anche la presenza di tasche esterne e di agganci per poter fissare in modo comodo e sicuro piccozze, bastoncini, ciaspole o la tenda.

Un accessorio che potrebbe tornarvi utile è il coprizaino: protegge tutto l'esterno dello zaino in caso di pioggia e permette di mantenere l'interno asciutto.

Una volta stabilite le priorità, potete lanciarvi nell'acquisto e in commercio troverete diversi modelli e marche specializzate negli accessori da trekking. La francese Lafuma, ad esempio, realizza zaini da escursionismo dai 15 agli oltre 60 litri. Privilegia materiali innovativi, leggeri e resistenti; tasche frontali ad accesso diretto e tasche laterali, spallacci ergonomici, fascia ventrale imbottita e traspirante, cinghie di compressione e agganci esterni. La maggior parte dei modelli ha la separazione dei vani interni per razionalizzare al meglio lo spazio, mentre gli zaini con una capacità maggiore hanno anche un funzionale sistema di distribuzione dei pesi sulla schiena, costituito da una solida griglia di alluminio, regolabile per mezzo di cinghie e spallacci; sono totalmente impermeabilizzati, con patella antipioggia aggiuntiva.

Ultimi consigli: qualunque tipo di zaino da trekking scegliate è sempre meglio ridurre all'essenziale il materiale da portare e posizionarlo il maniera adeguata. Mettete nella parte superiore gli accessori di frequente utilizzo, nella parte bassa gli oggetti voluminosi e vicino la schiena i più pesanti. Se riempite anche le tasche laterali, ricordatevi di distribuire il peso in modo equilibrato.

Bottiglie di Plastica nello zaino?

Il nostro fisico ha bisogno di essere costantemente idratato, specie durante un escursione e soprattutto in questo periodo di caldo estivo. Spessissimo vedo escursionisti fare uso di bottigliette di plastica, certo devo ammettere che sono comode e leggere e quando l'acqua finisce possono diventare anche poco voluminose e trovano, facilmente, posto nello zaino.

Ma estremamente dannose per l'ambiente e la nostra salute, a dichiaralo sono stati, come al solito, gli Americani, alcuni ricercatori dell'Università della Florida hanno esaminando accuratamente i materiali con cui vengono prodotte le bottiglie per acqua da bere. Secondo loro il problema principale deriverebbe dal fatto che le bottiglie di plastica sono realizzate con TEREFTALATO che, una volta entrato in contato con fonti di calore, rilascia sia ANTIMONIO che BISFENOLO- A, comunemente chiamato BPA e, si sa che, specie in questa stagione, la temperatura all'interno di uno zaino può arrivare anche a 40°.

Ma quello che ci preoccupa, non è soltanto il grado di calore del nostro zaino, ma anche quello a cui sono state sottoposte le bottiglie durante il loro trasporto o stoccaggio, questo dovrebbe preoccupare non soltanto gli escursionisti ma tutti i consumatori di acqua "plastificata".

La plastica, non è una sostanza inerte come i produttori vorrebbero farci credere, il BPA e i FTALATI minano l'attività ormonale nel corpo umano, se rovinata o graffiata può emettere ancor più prodotti chimici negli alimenti, specie le bevande calde. Bere il caffè da una tazza di carta plastificata, può favorire un'esposizione al BPA, 55 volte maggiore del normale. E allora? cercate di tornare all'uso delle borracce in alluminio, riutilizzabili, ma fate attenzione che siano certificate "BPA FREE" o ancora meglio in alluminio eco-sostenibile.

Un plauso, non per fare pubblicità gratuita, dobbiamo farlo a SIGG, ditta Svizzera che produce borracce in alluminio, non a buon prezzo. Realizzate interamente in alluminio profuso, rispettose del pianeta e della nostra salute, grazie al rivestimento interno che non rilascia sostanze tossiche nemmeno a contatto con bevande acide come la frutta o i drink energetici. Ogni borraccia è progettata e fabbricata in Svizzera, viene fatta da un pezzo unico di alluminio, con pressione a freddo. Cosi che le pareti risultano uniformi e senza saldature e ciò garantisce una tenuta perfetta unita a robustezza e durata nel tempo. Dicevamo prima che sono un po' costose, circa 20,00 E. ma se teniamo conto che l'1% del fatturato andrà in favore dell'ambiente, visto che SIGG è membro di "1% FOR PLANET", ci possiamo stare. Naturalmente, borracce, da riempire con l'Acqua del rubinetto o meglio ancora da una bella e fresca sorgente

Vacche pericolose?

L’incidente di questi giorni avvenuto ad una Signora sul Gran Sasso mi porta a prendere in considerazione un “problema” che potrebbe sopravvenire durante un’escursione: l’incontro con le Vacche. Come dico sempre, con convinzione, non esistono Animali pericolosi, nel mio girovagare per piacere o lavoro sulle Montagne, non ho mai avuto nessun problema con gli Animali, sia selvatici che domestici in cui mi sono imbattuto.

Quello che bisogna sapere è come relazionarsi con le bestiole che potremmo incontrare, nel caso specifico parliamo di Bovini che, è risaputo, essere appartenenti al mondo degli erbivori e come tali essere e sentirsi prede.

E’ pur vero che le Vacche, originariamente selvatiche, abbiano dei ritmi di comportamento, oggi, completamente regolati dagli uomini, e il contatto continuo con noi attraverso l’allevatore le ha fatte, in parte, abituare alla nostra presenza e classificare come domestiche. Ma questo non deve farci dimenticare che quelle che incontriamo nei pascoli di Montagna tendono, dopo settimane di vita lontano dalla stalla a riadattarsi all’ambiente e a vedere di nuovo l’uomo come potenziale predatore, reagendo perciò al suo modo di relazionarsi.

Per evitare reazioni e limitare i rischi di un eventuale incontro, diventa essenziale per noi capire le percezioni sensoriali, le caratteristiche comportamentali e i meccanismi che gli Animali usano per adattarsi all’ambiente che li circonda, in tal modo anche loro potranno capirci meglio.

Sono rare le ricerche sperimentali in questo campo, quindi si deve tenere conto della biologia e delle osservazioni pratiche di coloro che ci lavorano. La conoscenza dei vari modi di percepire l’ambiente da parte dei bovini è perciò essenziale per capire e prevedere le loro reazioni, cominciamo col dire che i bovini hanno una diversa acutezza visiva a seconda che l’oggetto osservato sia immobile o in movimento, la percezione del movimento dinamico è più particolareggiata rispetto a quanto accade per la nostra vista e la visione del movimento è distorta. Questo potrebbe spiegare la paura dell’animale, quando si trova di fronte a persone che eseguono movimenti rapidi, la posizione laterale degli occhi e la forma rettangolare delle pupille consente un campo visivo fino a 330 gradi, praticamente senza dover muovere la testa può vedere tutto ciò che le accade intorno, escludendo per la posizione laterale degli occhi, una zona dietro di se e una frontale.

Quindi per i motivi sopracitati se proprio dobbiamo avvicinarci non dobbiamo farlo mai frontalmente e posteriormente, questo per non sorprenderla, nel caso non ci avesse fiutato e, di conseguenza spaventarla.

Altre precauzioni da prendere sono quelle di non avvicinarsi nel caso che nella mandria vi siano dei vitelli, il gruppo sempre per una forma di protezione tende a fare quadrato intorno e a scacciare l’intruso ; evitare schiamazzi, urla e grida, questi Animali ben sopportano rumori metallici o di altro genere, ma sono molto molto infastiditi e impauriti dalle grida umane; per nessun motivo circondarle, fondamentale è lasciare sempre una via di fuga perché non è detto che per difendersi la Vacca ci debba caricare per forza, potrebbe anche come la stragrande maggioranza delle volte accade, allontanarsi velocemente e se circondata potrebbe travolgerci suo malgrado.

Per concludere teniamo a mente che: le Vacche: sono molto più grandi, forti e potenti di un essere umano e possono con facilità rompere le ossa di una persona o peggio. Tendono ad usare la testa, i piedi e anche il petto con l’intento di ferire qualcuno o qualcosa che sta minacciando la mandria o la loro prole. Possono anche correre molto velocemente, molto più veloci di un essere umano ed hanno una agilità che gli permette di cambiare direzione rapidamente e girare su di voi senza preavviso. Ma sicuramente la precauzione migliore, in caso d’incontro con una mandria è quella di evitarla e lasciarla in pace, non è mai successo che Vacche al pascolo abbiano deliberatamente attaccato l’uomo.

CIASPOLE & CIASPOLATE

Inoltrarsi attraverso una pineta che filtra i raggi del sole scintillante tra i prismi della neve, proseguire sui soffici pendii imbiancati, sentire il fruscio degli sci sul candido e liscio manto nevoso, voltarsi e ammirare la traccia disegnata come una pennellata artistica sono sensazioni uniche che erano riservate a coloro che praticavano lo sci-alpinismo.

Ora con le ciaspole, tutti possono vivere le emozioni di una escursione invernale, ma…

COSA SONO LE CIASPOLE? Attrezzi che aumentando la superficie di appoggio dello scarpone, creano una sorta di galleggiamento sulla neve. Un tempo erano chiamate racchette da neve ed erano realizzate artigianalmente con legno e corda. Utilizzate sin dall'antichità (addirittura nel 6000 A. C.) da cacciatori, contadini, boscaioli, viaggiatori, esploratori e militari dei popoli delle zone fredde dell'Asia, Canada e America settentrionale. Servivano per potersi muovere in ambienti innevati senza sprofondare. In tempi più recenti, nel 1973 in Val di Non, fu organizzata per richiamo turistico una "ciaspolata", termine dialettale derivante dalla lingua ladina e da esso nacque la CIASPOLA, nome entrato nel linguaggio comune. (Con ringraziamento delle industrie del settore out-door).

COME SONO FATTE? Il mercato offre una vasta gamma di prodotti, differenziati per tipo di attività, materiali e ovviamente costi. Si possono riassumere in 3 tipi: Tipo "fagiolo", in legno con intreccio in cordura, economiche ma ormai superate. Le "canadesi", molto grandi, specifiche per neve profonda e fresca. Moderne, le classiche ciaspole che si trovano in tutti i negozi di articoli sportivi il cui prezzo può variare dai 70 a oltre i 200 euro. Possono essere: in alluminio, resistenti anche a temperature decisamente basse. Tuttavia, la loro struttura è poco adatta per l'alta montagna. Sono pensate principalmente per camminare sulle grandi distese pianeggianti. composite adatte per escursioni sulle Alpi, sono progettate per temperature non eccessivamente fredde. Versatili e garantiscono un buon grip.

Caratteristiche basi: Le ciaspole non hanno un numero specifico come le scarpe, possono quindi adattarsi per diversi numeri di calzatura. Variano in dimensione, da scegliere in base al proprio peso per garantire il galleggiamento; L'attacco è regolabile in base alla calzatura ed è mobile, ruotando sul perno anteriore. Nella parte posteriore è posizionato l'alza tacco che ha la duplice funzione di bloccare l'attacco o, se lasciato libero, la possibilità di alzarne la base di appoggio per facilitare la progressione soprattutto in salita; Le ciaspole sono dotate di un ramponcino frontale che morde la neve e di punte metalliche poste lateralmente. Alcune sono dotate di coltelli laterali per garantire una maggiore tenuta su traversi scoscesi e neve dura.

QUALI CIASPOLE ACQUISTARE? La scelta, indipendentemente dal budget di spesa a disposizione, deve avvenire in base all'utilizzo e alle caratteristiche relative alla sicurezza e al confort. La scelta della dimensione adeguata, deve essere fatta in considerazione del proprio peso corporeo sommato al peso dello zaino che si ha sulle spalle. Se le ciaspolate in programma sono su facili itinerari, non sono necessarie ciaspole dotate di coltelli e con attacchi tipo quelli degli sci. Per escursioni di un certo impegno, si consiglia il top di gamma che garantiscono un ottimo attacco dello scarpone alla ciaspola e una migliore tenuta sui traversi e neve dura. Il colore è preferibile a tinte forti, facilmente identificabile sulla neve.

ACCESSORI E ABBIGLIAMENTO Ovviamente i bastoncini da neve sono indispensabili per camminare con le ciaspole e l'abbigliamento dovrà essere adeguato alla stagione invernale. Se i pantaloni non sono d'alpinismo, sono consigliabili le ghette. Anche gli scarponi dovranno essere in materiale idrorepellente. Le semplici peduline da trekking non garantiscono tepore ai piedi! Infine, un telo impermeabile potrà essere utile se il pasto al sacco verrà consumato out-door.

COME PROCEDERE Per comodità di progressione, l'attacco posteriore non deve essere fisso. Su pendii in salita, posizionare up l'alza tacco, abbassarlo in discesa. Tenere fisso l'attacco posteriore quando si percorrono pendii in traverso.

SICUREZZA ciaspole ciaspolate Massima attenzione dopo una nevicata e con manto nevoso non consolidato. Una ciaspolata, anche lungo una strada che percorre vallate con pendii sovrastanti scoscesi, non è priva di pericoli. Si ricorda che le ciaspole non sono adatte per lunghi percorsi su pendii ripidi, soprattutto in traverso. Nell'eventualità di dover attraversare un breve tratto ripido, è preferibile togliere le ciaspole. Prestare attenzione che non si formi uno "zoccolo di neve" sotto la ciaspola. Assolutamente non procedere in cordata: con le ciaspole non vi è nessuna possibilità di far sicurezza! Quindi evitare di avventurarsi su ghiacciaio. A proposito di valanghe Il peso di un ciaspolatore sulla neve, provoca una sollecitazione al manto nevoso più deleterio che il passaggio di diversi escursionisti con gli sci. (Il peso grava su una porzione molto limitata di superficie, imprimendo forze che raggiungono gli strati deboli, provocandone il collasso e quindi la valanga). Quindi dotarsi di ARTVA, pala e sonda? La risposta è si, con la raccomandazione di imparare bene l'utilizzo dell'apparecchio e le procedure per ricerca sommerso da valanga.

Escursionismo estivo

La canicola di questi giorni non ferma il popolo degli Escursionisti e degli Sportivi. Chi pratica una regolare attività fisica in genere non desiste neppure di fronte alle temperature tropicali. Ma è meglio seguire alcune regole.

L’attività fisica anche quella estiva aiuta a mantenere il corpo in perfetta forma e prepara ad affrontare i rigori della stagione fredda e poi cosa c’è di meglio che una bella passeggiata in Montagna alla ricerca di un po’ di refrigerio?.

Sì all’Escursionismo anche sotto il solleone, allora, a patto, però, di curare particolarmente l’alimentazione, che deve essere equilibrata e capace di fornire sostanze utili al lavoro muscolare e naturalmente bere molto. L’alimentazione deve essere semplice e di facile assimilazione per non affaticare i meccanismi digestivi e deve contenere: nutrimenti essenziali, carboidrati, proteine, grassi buoni, vitamine e acqua. Bisognerebbe preferire zuccheri a basso indice glicemico, che non comportino repentini sbalzi della glicemia. La colazione dovrebbe prevedere una tazza di latte, meglio un the, o yogurt magro, caffè, meglio se d’orzo, muesli o alcune gallette di cereali, due o tre cucchiaini di miele, una spremuta di arancia o di pompelmo, in alternativa un succo di frutta.

Per il pranzo, sé consumato in Escursione, io preferisco, invece che il solito ed ingombrante panino, della frutta, tagliata a pezzettini e riposta in un contenitore termico. Mentre se consumiamo il pranzo in casa o in albergo si possono scegliere delle rinfrescanti insalate ricche di verdure a foglia che contengano anche qualche noce, formaggi freschi non fermentati oppure carni bianche, come il pollo o il tacchino, il tutto condito con olio extravergine d’oliva e accompagnato da alcune gallette di cereali e tanta frutta.

Per la cena, si può scegliere tra il riso integrale, il grano, il farro e l’orzo, seguiti da un buon piatto di pesce (ottimo quello azzurro) ma in Montagna va benissimo anche la Trota, pesce ricco di sali minerali, quali sodio, potassio, calcio, fosforo, magnesio, ha notevoli quantità di fluoro, iodio e zinco, che migliorano l’assorbimento del ferro e stimolano il metabolismo, con contorno di verdure fresche di stagione.

Ma la cosa fondamentale è senza dubbio l’acqua, ne abbiamo parlato già diverse volte. L’Escursionismo praticato nei mesi estivi comporta notevoli perdite di acqua e sali minerali importanti per il buon funzionamento dell’organismo, in particolare cloro e sodio e in quantità minore magnesio e potassio. Quando le perdite idrosaline diventano eccessive, si rischiano colpi di calore e stati di disidratazione. Per questo è fondamentale reintegrare acqua e sali minerali bevendone costantemente piccole quantità durante l’Escursione e nel caso di terreni assolati direi anche ogni 20-30 minuti assumendo, come consiglia qualsiasi nutrizionista, almeno due litri di acqua al giorno. Mangiare una pesca o una mela durante la nostra passeggiata aiuta inoltre ad avere un costante rifornimento oltre che di acqua e sali minerali, anche di fruttosio e vitamine. Personalmente sono contrario all’uso di integratori “artificiali”, Secondo la Food and Drug Administration, l’ente governativo Statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, si sa che gli Americani sono molto sensibili in fatto di salute alimentare, che il problema delle bibite spacciate per integratori, sarebbe legato alla presenza di conservanti fra i quali il benzoato di sodio, il potassio, il calcio e la vitamina C addizionata, che per una reazione chimica favorita dal calore, generalmente in uno zaino, in estate, la temperatura arriva anche a 40°, dalla luce e dalla presenza di acido citrico, generano il benzene, noto cancerogeno. Per ultimo, ma non ultimo, direi di pensare anche alla nostra pelle, proteggerla dai raggi del sole con le creme più adatte al vostro fototipo se non volete ritrovarvi con fastidiose scottature. E Naturalmente Buon Cammino.

Reintegriamoci

Praticando l’Escursionismo o comunque facendo attività fisica specialmente durante l’estate si suda molto, il nostro corpo si mantiene fresco facendo evaporare liquido dalla nostra pelle sotto forma di sudore. Il sudore è un liquido composto d’acqua, sali minerali, acidi e molte altre sostanze in piccole quantità, prodotto dalle ghiandole sudoripare, ne abbiamo circa tre milioni sparse in tutto il corpo. La sudorazione oltre che a regolare la temperatura corporea ci permette di eliminare sia sostanze di scarto, tossine, ma anche sostanze utili che sono necessarie per il proseguo del lavoro e comunque sulla nostra forma fisica. Per questo è molto importante tenere sotto controllo la sudorazione, perché traspirare eccessivamente può portare ad una disidratazione e ad una eccessiva perdita di sali influenzando negativamente le nostre prestazioni fisiche. L’idratazione va curata prima, durante e dopo l’attività fisica, un paio di bicchieri d’acqua mezzora prima di cominciare, ¼ di L ogni 15/20 minuti durante l’allenamento e un buon integratore dopo. Ed è proprio degli integratori salini e sulla reale efficacia di queste magiche bevande che voglio parlarvi. Innanzi tutto va detto che tali integratori vanno utilizzati soltanto se vi è una reale e consistente perdita di liquidi. Atleti professionisti che si sottopongo a sforzi prolungati per più di due ore al giorno hanno sicuramente bisogno d’integrare le perdite con prodotti specifici che generalmente sono forniti dal personale medico che li segue.
Per noi comuni mortali e non super man che svolgiamo un’attività fisica comune anzi il più delle volte anche meno del normale consiglio l’Acqua, la sana, fresca ed economica Acqua di fonte è meglio ma va bene anche quella del rubinetto. Ma se proprio vogliamo usare un integratore mi viene in mente la ” ricetta della Nonna” una ricetta per una bevanda certamente meno gustosa di quelle in commercio ma sicuramente sana e forse anche più efficiente.

Da una bottiglia di 1,5 L di acqua, consiglio sempre di acquistare acqua a Km 0, ne togliamo circa un bicchiere, aggiungendo un cucchiaino scarso di “Fior di sale”, questo è la parte più pregiata del sale marino, dove sono presenti sostanze come: zinco, ferro, magnesio ecc., lo troviamo ad un prezzo estremamente ragionevole anche nei supermercati. A questo aggiungiamo il succo di ½ limone stando attenti a non mandarci dentro i semini, agitiamo il tutto e voilà il nostro integratore è pronto. Sano, funzionale, dal sapore abbastanza gradevole ed economico, a differenza di quei concentrati di coloranti e zuccheri che vorrebbero propinarci e che spesso non apportano nessun beneficio.

Test Scarpone Asolo Sherpa GV in Val di Rose

Quando sono in escursione con i miei Clienti, spesso,
parliamo di materiale tecnico per l’escursionismo. Il consiglio che mi sento di
dare, dopo tanti anni di Alpinismo e di Escursionismo anche a livello
professionale è quello di acquistare, senza lesinare, un buon paio di scarponi.
Personalmente preferisco lo scarpone nel vero senso della parola, cioè una
scarpa alta abbastanza rigida (si ammansiranno col tempo) impermeabile e
soprattutto confortevole, per me non esistono scarponi estivi o invernali, lo scarpone
è scarpone e basta. Tante sono le ditte che producono scarpe da montagna in
Italia e devo dire tutte ottime, io da moltissimi anni e dopo numerose prove
preferisco 035Asolo, che ben si adatta al mio piede.
Proprio in questi giorni abbiamo rinnovato il parco “macchine” del nostro Centro
escursionistico nel Parco Nazionale d’Abruzzo e ci siamo dotati di un modello
di ASOLO lo Sherpa GV. E’ uno scarpone vero con tomaia a taglio intero in pelle
idrorepellente e fodera in Gore-Tex® impermeabile e traspirante.
Indispensabile la bordura in gomma, una fasciatura attorno allo scarpone che
protegge la pelle dai danni e dal bagnato, ma soprattutto protegge il nostro
piede e vi assicuro che tanti sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo non sono
proprio cosparsi di moquette e proprio per questo che la suola Asolo/Vibram®
dotata della concezione Dual Integrated System, si è rivelata fantastica, una
tecnologia questa che assorbe l’impatto, aiuta in trazione e trattiene in frenata
su qualsiasi tipo di terreno, anche i più impervi. Abbiamo provato lo scarpone su
uno dei classici percorsi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise la mitica
Val di Rose con discesa nella Valle Jannanghera, un percorso lungo e con un
discreto dislivello: Sassoso all’inizio e durante la prima parte della discesa,
facile e piacevole nel bosco della valle e per non farci mancare niente abbiamo
attraversato il Torrente Jannanghera. Sul terreno sassoso della morena iniziale
si è rivelato confortevole e con un’ottima aderenza anche sulle pietre bagnate
dalle noiosi piogge dei giorni scorsi, ma naturalmente all’inizio il nostro piede
non era stanco e gonfio, la cosa si è però riconfermata durante la prima parte
della discesa, dopo diverse ore di camino, dove la pietraia è veramente un
tormento. Piacevole durante il percorso nel bosco, sembrava di camminare con
delle semplici pedule e straordinariamente impermeabile nell’attraversare il
torrente. Lo consigliamo sicuramente a tutti quelli che già praticano
escursioni a buon livello. N’somma come dire “a noi piace”. Vedremo
quest’inverno come si comporterà con le racchette da neve.

Buon Cammino

Massimo Bolini

Come scegliere l’abbigliamento da trekking

Indipendentemente dall’abbigliamento da trekking che indossate al momento della partenza, durante un’escursione, soprattutto se in montagna, le condizioni possono cambiare velocemente e cogliervi impreparati: se all’inizio del percorso fa molto caldo, a duemila metri d’altezza la temperatura cala bruscamente, con la possibilità di incontrare vento forte, pioggia o neve. Per questo, chi ha una certa esperienza segue sempre la strategia del vestirsi “a cipolla” e quindi utilizzare un abbigliamento da escursionismo a strati, coprendosi o scoprendosi a seconda del tempo.

La regola di base, valida sia in estate sia in inverno, è quella di scegliere indumenti comodi, isolanti e protettivi, ma anche traspiranti e che asciugano facilmente.

Per la parte superiore, potete indossare maglie in materiale termico d’inverno e in polipropilene d’estate, che mantengono una buona temperatura corporea, fanno traspirare la pelle e asciugano il sudore. Meglio evitare le maglie di cotone, si impregnano, sono pesanti e ci mettono molto tempo ad asciugare. Ricordatevi anche di portare un pile pesante e la giacca impermeabile, il cosiddetto guscio, utilissimo sia d’estate sia d’inverno. Sceglietene una leggera e che una volta piegata occupi poco spazio nello zaino. L’azienda francese Lafuma, ad esempio, realizza giacche in tessuto Polartec Neoshell o Gore-Tex, impermeabili, traspiranti, leggerissime e di minimo ingombro, che si adattano a condizioni atmosferiche molto variabili, oltre ad essere confortevoli e facili da indossare.

I pantaloni devono essere comodi per adattarsi ai movimenti del corpo, per questo è meglio evitare i jeans, che non riparano dal vento, non mantengono la temperatura corporea e se bagnati si appesantisco molto. In commercio ne esistono di vari tipi: quelli senza cuciture interne, quelli idroassorbenti, fino ai pantaloni con la parte inferiore staccabile, un buon compromesso per l’uso in diverse stagioni. Si trovano anche sovrapantaloni impermeabili, molto pratici in caso di pioggia o di neve in inverno.

Nell’abbigliamento da trekking non sono da sottovalutare i calzini, che devono essere massicci, per permettere al piede di stare comodo senza risentire troppo delle asperità del terreno. È importante anche che permettano la traspirazione del piede; che lo spessore del tessuto sia essere tale da riempire totalmente lo scarpone, ma permettere anche al piede di avere un po’ di spazio per potersi espandere; che siano facili da lavare e asciugare.

Si arriva poi alle scarpe da trekking, più flessibili e confortevoli rispetto alle normali calzature. A seconda degli usi, potete scegliere: le scarpe da trekking basse che permettono grande libertà di movimento e possono essere usate su percorsi facili, sia in montagna sia in città; le mid, con un’altezza contenuta nella zona del malleolo e adatte a sentieri di media difficoltà; quelle alte, che offrono una maggiore protezione della caviglia e sono adatte a sentieri più impegnativi. La caratteristica principale della scarpa è l’impermeabilità, garantita dalla presenza di una membrana di tessuto sintetico, in genere Gore-Tex, posta fra tomaia e fodera interna, che lascia traspirare il piede, ma impedisce all’acqua di entrare.

Per un abbigliamento da escursionismo completo, ricordatevi di portare anche un cappello pesante o un berretto in tessuto windstopper, un paio di guanti che proteggono dal vento e gli occhiali da sole.

Un ultimo consiglio sull’abbigliamento da trekking: portate sempre con voi un cambio completo ed eventualmente un secondo cambio da lasciare in macchina.

 

Buona escursione!