Cinque pensieri da evitare quando vai in escursione

Diciamo la verità, andare in escursione è bello soprattutto perché ci da l’occasione, sempre, di vivere una piccola/grande avventura. Proprio quell’avventura che magari manca nella nostra vita congelata in una routine alienante. E proprio questo è, a mio parere il senso del trekking, dell’andare in montagna: l’avventura. Non importa il nostro livello di preparazione o la difficoltà del sentiero che scegliamo, alla fine ciò che resta, tornati a casa, è il senso di aver compiuto qualcosa, il senso di libertà che ci rimane dentro. Ma l’avventura porta sempre con sé dei rischi, anche quando non ci approcciamo a situazioni particolarmente difficili. La montagna, l’ambiente naturale è sempre carico di insidie che non vanno sottovalutate. Quest’anno in particolare abbiamo assistito ad una vera esplosione di incidenti in montagna e interventi dei soccorritori a causa dell’avventatezza di molti escursionisti. Anche i più esperti rischiano di commettere errori che possono trasformare una splendida giornata a contatto con la natura in un episodio da ricordare negativamente, o peggio in una tragedia. Le persone meno abituate a vivere l’ambiente sono portare, spesso, a sottovalutare i pericoli che possono incontrare o a non considerarli affatto fino al momento in cui questi non si presentano e, va da sé, a quel punto è tardi per prevenirli. Spesso non basta una vita per essere certi di aver fatto tutto il necessario per affrontare in sicurezza la montagna. Alcuni pensieri, che spesso si annidano nella nostra mente prima e durante un’escursione, non dovrebbero mai passare per la testa di nessuno, principiante o esperto. Me ne vengono in mente in modo particolare cinque, scelti tra i molti. Se decidete di fare un’escursione e vi accorgete che state pensando una delle seguenti cose ricordate questo articolo e fate il contrario.

1. Perché devo sbattermi a studiare il percorso? Marco mi ha detto che il sentiero è facile e ben segnalato.

Non c’è Marco che tenga. Quando si esce in escursione si deve conoscere e pianificare il percorso. La base della sicurezza in montagna è la conoscenza dell’ambiente. Questo significa dotarsi di una mappa escursionistica della zona, studiare prima di partire il sentiero, vederne approssimativamente la lunghezza, l’andamento, l’altimetria, le possibili varianti, i bivi, i punti di possibile confusione nell’orientamento, i potenziali rischi e le vie alternative per mettervi al sicuro. Andare in montagna sulla base del “sentito dire” e senza adeguata preparazione sul luogo è l’errore più grave che potete fare. E basterà un niente per trovarvi a vagare in un luogo di cui non sapete nulla. Piccola nota anacronistica: il gps non basta, perché non si può fare affidamento in un momento di crisi su un apparato tecnologico che può lasciarvi a piedi. Se non avete voglia di pianificare con cura l’escursione, affidatevi ad una guida che lo farà al posto vostro.

2. Forse dovrei avvertire mamma di dove vado. Ma no, mica mi vorrò perdere.

Partendo dal presupposto che non bisognerebbe mai andare in montagna da soli, è comunque necessario sempre avvertire qualcuno di dove si sta andando. Questo vale anche se si va in due o più. In alcuni luoghi è obbligatorio avvertire le autorità competenti, ma in generale qualcuno che possa avvertire eventuali soccorsi non vedendovi rientrare deve pur esserci e dovrà sapere da dove siete partiti e dove siete diretti. Lo so che sembra quasi di tirarsela, ma superate questa scaramanzia anche su sentieri che avete percorso cento volte, ne va della vostra incolumità. Se avete visto il film 127 ore sapete di cosa parlo.

3. Inutile guardare il meteo, male che va prendo un po’ di pioggia

Il popolo del trekking conosce due estremi. Alcuni controllano il meteo il martedì per la domenica e se vedono mezza nuvola prevista per il giorno dell’escursione rinunciano. Altri non si pongono minimamente il problema e affrontano la montagna come se dovessero andare a comprare le sigarette al tabaccaio sotto casa. L’escursionismo è prima di tutto esperienza e esperienze. Succederà sempre di prendere acqua, vento, nebbia, fa parte del gioco e fa parte dell’avventura. In fondo è il bello dell’imprevedibilità che cerchiamo (imprevedibilità è esattamente il contrario di routine). Se rinunciamo ad un’escursione per paura di poterci bagnare un po’ probabilmente non stiamo vivendo il vero senso della vita all’aria aperta. Ma la montagna (e non solo), come detto, è pericolosa e il tempo può cambiare repentinamente. Per questo è necessario controllare fino alla sera prima com’è la situazione meteo nell’area che abbiamo deciso di percorrere. Potremmo partire con il sole da casa nostra e non aver considerato eventi atmosferici violenti che ci mettono in difficoltà a metà del nostro percorso. Se facciamo un’escursione senza l’ausilio di un professionista e non abbiamo nozioni di base del meteo, consideriamo l’importanza del saper rinunciare, qualora le previsioni non ci convincano del tutto.

4. Non è mica una spedizione alpinistica, le scarpe da ginnastica andranno benissimo.

Questo è il grande classico. Quante volte scendendo da un sentiero famoso e molto frequentato, ma non banale, abbiamo incontrato gente che saliva equipaggiata nel modo meno indicato? Rispondo per quanto mi riguarda: troppe. Se anche voi state per cadere nel tranello che un sentiero percorso da centinaia di persone sia sinonimo di passeggiata nel centro, ripensate a queste parole e flagellatevi. Le escursioni vanno affrontate nella maniera adeguata e con l’equipaggiamento giusto. Che non significa costoso, ma che va commisurato alla difficoltà e alle caratteristiche della zona. Non serve equipaggiarsi di picozza e ramponi per una passeggiata nel sentiero natura dietro casa, ma il minimo sindacale è sempre d’obbligo. Le scarpe in particolare sono un accessorio da non trascurare mai. Se si percorre un sentiero, vanno indossate scarpe da trekking che sono pensate per limitare il più possibile infortuni. Una banalissima storta può diventare un grosso problema se si è a qualche chilometro dalla macchina. Percorrere un fondo sassoso può diventare un’agonia se ai piedi avete le superga.

5. Il sentiero va a destra, ma di là sicuramente si taglia

Anche se sembra illogico se il sentiero va in una direzione, c’è un motivo. Anni e anni di passaggi di uomini e animali hanno sicuramente tracciato la via migliore per arrivare ad un punto e se non prende la direzione diretta, evidentemente quella non è la strada più comoda. Inoltre fidarsi del proprio istinto, soprattutto quando non si è propriamente esperti raramente si dimostra una buona idea. I pericoli sono essenzialmente due. Innanzi tutto la possibilità di perdersi. Lasciando un sentiero segnato ci esponiamo facilmente alla perdita di orientamento. Il bosco, le valli montane sono ambienti particolari nei quali è facile ritrovarsi a girare senza meta; i punti di riferimento possono essere ingannevoli e il senso della direzione alterato. In secondo luogo la direzione scelta può rivelarsi difficile da percorrere. Possono esserci ostacoli come strapiombi, muri di roccia, zone particolarmente invase di vegetazione. L’istinto iniziale solitamente è quello di cercare di proseguire comunque (a nessuno piace tornare indietro) per poi ritrovarsi invischiati in situazioni difficili da gestire. In sostanza se si è su un sentiero (e si è sicuri che sia quello giusto) non bisogna abbandonarlo. Se per qualunque motivo ci si rende conto di averlo perso, cercate di fare mente locale e tornare sui vostri passi fino a trovarlo di nuovo, mai avanzare a caso in zone che non conoscete.

Se tenete a mente queste cinque semplici considerazioni avrete già evitato la maggior parte degli errori stupidi che possono mettere a repentaglio la vostra sicurezza durante un’escursione. Disattenzioni che spesso commettono anche i più esperti, ma che sarebbe necessario evitare accuratamente. Infine, scegliete sempre percorsi adatti al vostro grado di preparazione, fisica e tecnica.

Professionale

Enrico Caciolo

  • Guida Ambientale Escursionistica