Un bel panorama invernale, con montagne, abeti innevati e temperature accettabilmente prossime allo zero, è una delle cartoline più ricorrenti nella mente di appassionati ciaspolatori , accompagnatori e guide.
Tutti, o molti, hanno provato almeno una volta a infilarsi quegli zatteroni di plastica per fare un bel giretto di qualche chilometro su neve, per lo più battuta o trasformata. Quando la neve è fresca e polverosa il giretto con gli zatteroni invece si accorcia di molto. Ma quando sono state inventate le ciaspole? Perchè da noi, questi attrezzi a cui abbiamo dato questo buffo nome, sono arrivati solamente una trentina di anni fa?
Andando per gradi comincerei col dire che le “ciaspole” sono alla portata di tutti e non necessitano di una tecnica particolare. Su percorsi facili e sicuri è davvero un’attività per tutti, anche dei bimbi di 8-10 anni. Allacciati gli attacchi, l’avventura può avere inizio per andare alla scoperta di un modo diverso di vivere la montagna d’inverno fuori dalle aree attrezzate . Si dice che “se sai camminare, sai andare con le ciaspole”. Ed è vero, ma c’è bisogno di precisare che camminare a lungo con questi racchettoni ai piedi, non fa così bene alla salute. Generalmente le nostre escursioni non durano più di un paio d’ore e quindi non ci sono problemi, ma un tempo quando le persone erano costrette a muoversi su neve senza sci e dovevano camminare per giorni o mesi interi con pesanti racchette da neve, soffrivano quasi tutte dei seri problemi alle ginocchia e alle caviglie.
La malattia, negli ultimi duecento anni, era chiamata ” mal de raquette” (dal nome raquette, citato per la prima volta nel 1605) visto che in Canada le racchette da neve, per via delle diverse caratteristiche della neve e del terreno, erano molto più popolari che da noi in Europa. Furono poi i cacciatori di pelli e commercianti francesi, i famosi coureurs des bois, a dare il nome “raquette” a questi attrezzi, per il fatto che erano fatte con una rete, inizialmente di tendini animali, ancorata ad un telaio di varie forme. Il “mal de raquette” era localizzato alle caviglie ed era causato sia dal peso degli attrezzi che dalla pressione dei lacci, che legati saldamente al collo del piede, alla lunga infiammavano la parte.
Le origini delle ciaspole sono remote quanto l’esigenza dell’uomo di muoversi su terreni innevati; per parecchi secoli le racchette da neve hanno rappresentato la sola soluzione praticabile per compiere determinati spostamenti in quei luoghi – dell’America e dell’Asia – dove la neve ricopre l’ambiente per molti mesi all’anno. Infatti, permettono spostamenti sulla neve fresca, poiché la loro dimensione e la loro struttura fanno sì che la superficie calpestata sia maggiore, consentendo così di sprofondare molto meno. Le prime tracce di oggetti simili alle racchette da neve risalgono a circa 30. 000 anni fa e sono state trovate in Canada, dove sembra siano arrivate delle popolazioni di nomadi dalla Siberia, tramite lo Stretto di Bering. L’uso di questi attrezzi poi è andato avanti e oltre ai nativi, agli interpreti e i commercianti, sono stati in particolare i cacciatori di pelli, poi diventati boscaioli, a impiegarle trasformandole in uno strumento indispensabile per la sopravvivenza in caso di abbondanti nevicate. Erano soprattutto i cacciatori di animali di piccola taglia ad avere estremo bisogno di questi attrezzi perchè calzandoli potevano andare a piazzare le loro trappole senza avere l’intralcio degli sci.
Questi attrezzi per camminare sulla neve sono arrivati in Europa nel Seicento, portati dai coloni che rientravano nei loro Paesi dall’America del Nord, dove questi attrezzi erano molto usati. E’ curioso sapere che il primo dizionario a riportare il termine indicante le racchette da neve, risale al 1674 (Oxford English Dictionary). La parola è rimasta uguale: snowshoes.
Da sempre esistono varie forme di racchetta, differenziate per grandezza. Vanno scelte in base alle attività, al tipo di neve e al percorso che cui si appresta ad affrontare. In aree molto pianeggianti come la Scandinavia e il Canada da sempre sono popolari le racchette lunghe, mentre sulle Alpi, caratterizzate da terreni più ripidi (dove la neve è per forza meno profonda) le racchette sono corte e più maneggevoli.
Le forme possono essere molte, le più conosciute sono:
Fagiolo: le prime ma ormai sorpassate, erano a forma proprio di fagiolo, dotate di struttura esterna in legno di frassino o acero e di superficie d’appoggio in cordini intrecciati. Il piede veniva fissato con fettucce e/o cordini.
Mocassino o “zampa d’orso”: sono quelle a forma quasi rotonda, un tempo realizzate con i tendini di caribou o altri cervidi. Il telaio è di frassino e ancora oggi sono utilizzate dai nativi americani e i loro artigiani vendono questo tipo di racchette con successo in tutto il mondo.
Yugoslavia and Czechoslovakia |
Inuits, St. Lawrence Island, Alaska, U.S.A. |
Chukchis, Siberia |
Yokohama, Jap |
Czechoslovakia |
Czechoslovakia |
Czechoslovakia |
Sweden |
Humenné Region Cekia |
Sweden |
In origine le racchette da neve venivano create impiegando tendini o corda di corteccia intrecciata e legno in genere di frassino (resistente e elastico), noce nero americano o nocciolo ( meno resistente, più pesante degli altri due ma di facile lavorazione). In seguito, dagli anni Cinquanta del Novecento questi materiali artigianali sono stati sostituiti da soluzioni industriali in alluminio e poi in plastica: una trasformazione che ha alleggerito di molto il peso effettivo delle ciaspole, contribuendo a renderle popolari. Negli ultimi decenni questi strumenti stanno vivendo un vero e proprio boom e visto che ciaspolare è economico, non comporta tecnica, rischi e preparazione fisica, è proprio uno sport per tutti.
Infine sveliamo perchè in Italia abbiamo dato il nome non di ” ciaspole” a questi attrezzi. Era il 1973 quando per la prima volta in Val di Non (Trentino), venne organizzata la prima Ciaspolada, la maratona sulla neve con le racchette da neve, che in dialetto noneso vengono chiamate “ciaspole”. Da quell’anno in avanti è cronaca….
Buon inverno!