Riflettiamo su una nuova modalità di stare insieme, che non deve né può guastare la bellezza della condivisione e della scoperta.
La pandemia da coronavirus ci lascia in eredità il cosiddetto “distanziamento sociale”, ovvero una nuova modalità di stare insieme che è tutta da scoprire e imparare.
Nostro malgrado, in questi ultimi mesi abbiamo interiorizzato – almeno in parte – una certa diffidenza e paura della vicinanza delle persone. Ora che inizia la tanto attesa “fase 2”, ci vengono raccomandate delle regole di comportamento fondamentali per impedire al contagio di riprendere il via.
Fra queste, il distanziamento sociale, ovvero quella distanza di sicurezza dagli altri che ci metterebbe al sicuro dal possibile passaggio del virus. Si pone, così, un problema pratico, tanto più reale quanto più popoloso è il luogo in cui viviamo. Perché, diciamocelo, finché si tratta di tenere le distanza facendo la fila davanti al supermercato, può essere un fastidio accettabile. Diverso è quando la distanza si impone nei momenti di condivisione e socialità ai quali più teniamo, e che ci sono mancati così tanto in questo tempo.
Non bisogna infatti dimenticare che siamo animali sociali, e che la condivisione degli spazi, il contatto, la vicinanza sono un ingrediente fondamentale per dare pienezza a ciò che viviamo.
Per noi camminatori tutto questo trova la massima espressione nel camminare insieme, andando alla scoperta di luoghi, storie, sensazioni, emozioni. Tutto questo è imprescindibile dalla vicinanza con gli altri.
Come fare, dunque? Occorre innanzitutto riflettere su cosa sia realmente la vicinanza di cui sentiamo il bisogno. Perché la cerchiamo? Cosa ci regala davvero? Innanzitutto la conoscenza reciproca, la scoperta, la relazione, lo scambio e l’arricchimento che ne deriva.
La condivisione dell’esperienza. Ma tutto questo può davvero essere messo in discussione o – peggio ancora – in pericolo dalla necessità di tutelare la nostra sicurezza e salute? Noi pensiamo che la risposta stia nel modificare la definizione.
Anziché parlare di distanziamento sociale preferiamo parlare di distanza fisica. Perché viaggiare insieme, camminare insieme non può significare lontananza di spirito, mancanza di condivisione e di relazione profonda. E in tutto questo avremo sempre un grande alleato: la natura e il nostro desiderio di scoperta e di umanità.
Dunque, non lasciamoci spaventare dalla disciplina che si rende necessaria, e impariamo a vivere ancora più intensamente il nostro stare insieme, camminando.
Annalisa Biliato