Il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi è un’area protetta che la politica senza coraggio ha voluto confinata sulle alte cime.
Montagne bellissime, con una fauna straordinaria e sempre più ricca grazie alla protezione pluridecennale.
Ma anche un parco con una flora straordinaria e a volte unica.
La natura selvaggia era, in parte, già tutelata da riserve naturali gestite dalla Forestale e attraversate dalle Alte Vie 1 e 2.
Fu il primo terreno di prova per il giovane parco nazionale che dovette elaborare una strategia di pianificazione per tutelare il cuore selvaggio dell’area naturale protetta ma cercare di salvaguardare la percorribilità dei famosi sentieri in alta quota.
Sulla base di quel lavoro giunse ad avere il Piano del Parco approvato, restando in questo triste solitario primato in Italia per oltre dieci anni.
La situazione odierna dei parchi con il Piano approvato è fotografata dall’Ispra (https://www.isprambiente.gov.it/it/banche-dati/repertorio-dello-stato-di-attuazione-dei-piani-per-il-parco-nei-parchi-nazionali) che però riporta anche il parco nazionale del Gennargentu che non è mai veramente partito.
Da questi dati oggi solo 11/24 hanno fatto un processo partecipativo che ha portato la gente ed i territori ad esprimersi su zone e norme.
Ma tanti altri parchi hanno fatto questo lavoro… arenatesi nelle secche regionali…
Quindi la cosa più importante sarebbe che davvero si chiudessero al più presto le procedure per approvare i piani ed i regolamenti dei parchi che mancano.
Solo così il Parco diverrà un soggetto che gestisce il territorio, dopo un processo partecipativo democratico per verificarne l’efficacia.
In questi giorni giungono due notizie che riguardano questo tema e il parco dolomitico.
È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Regolamento del Parco, ovvero lo strumento che consente la reale gestione dell’area protetta con un atto che ha valore di legge.
Questa è una bellissima notizia che però ci fa capire che c’è qualcosa che non va…perché se dal 1993 lo Stato deve attendere il 2021 per approvare una norma di gestione di territori in grandissima parte pubblici… c’è davvero qualcosa da cambiare… qui non solo la Giustizia va resa più giusta e veloce ma anche la gestione della Natura!
L’altra notizia riguarda il bellissimo museo etnografico (antropologico e storico insomma) di Serravella (http://www.museoetnograficodolomiti.it), sempre nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Il Museo è un grande scrigno di antichi lavori ed adattamenti dell’Uomo alle estreme condizioni delle Dolomiti. Merita da solo una visita alle Dolomiti bellunesi, magari con una capatina alla Birreria di Pedavena… può essere con una bella escursione in Val di Canzoi o a Malga Vette Grandi, un perfetto week tra Natura e Cultura.
Ma il Museo, pare, corra il rischio di essere chiuso per mancanza di personale.
Ecco questa è la piaga dei parchi e della cultura. Possibile che non si possano trovare soluzioni moderne? Affidare la gestione del Museo alle Guide ambientali, alle Guide del parco? L’Amministrazione pubblica risparmierebbe soldi, i visitatori troverebbero delle persone veramente interessate ad accoglierli, le Guide integrerebbero i loro non certo ricchi guadagni e tutti avrebbero da esserne contenti.
Speriamo che la Politica guardi ai parchi come a una grande opportunità e non quale problema, perché non lo sono!