Un cammino lungo il crinale tra Bologna e Prato.
Nella Primavera del 2018 ho l’occasione di percorrerlo con il CAI di Bologna ed il suo Project Manager: Vito Paticchia. Un’esperienza, vuoi per la presenza di Vito che ha a cuore questo cammino, come un padre ha a cuore un figlio, per la sua competenza, ma soprattutto per la Bellezza dei luoghi attraversati. Ho preso anche io a cuore questo progetto, credendoci. A giugno 2018 l’inaugurazione ufficiale tre giorni da Prato a Castiglione dei Pepoli (centro del cammino) in una festa, un incontro con quelli che venivano da Bologna guidati da Vito. Per terminare fra cibo, musica e cultura dell’Appennino. Festa che si è ripetuta lo scorso anno e che si manterrà perché è divenuta parte integrante di questo Cammino.
Un po’ diverso dalla famosa Via degli Dei, che corre sul crinale opposto giungendo a Firenze, questo Cammino lo trovo più selvaggio, ma al tempo stesso ricco di Borghi e di paesi che raccontano tante storie. Dalla Resilienza di chi ha avuto il coraggio di rimanere nell’Appennino o di chi invece ha voluto tornarci, stanco della vita frenetica di città che umanamente offrono sempre meno.
Luoghi che raccontano storie di un recente e brutale passato di cui è opportuno mantenerne sempre viva la memoria.
Borghi che nascondono gioielli di passati fastosi e in ultimo la Calvana un massiccio calcareo caratterizzato dai suoi animali allo stato brado ove si tocca il punto più alto di questa via, gli scarsi 1.000 metri del Monte Maggiore.
Cosa unisce Bologna a Prato, qual è stato il filo conduttore che ha ispirato e fatto realizzare questa percorso lungo 130 km e diviso in minimo 6 tappe?
Per cominciare due grandi opere idrauliche: Bologna e Prato due città non attraversate da un fiume nell’anno 1.000 e dintorni, hanno il bisogno di avere “acqua corrente”, si cominciano pertanto queste due grandi opere di ingegneria idraulica, tutt’oggi perfettamente funzionanti che, convogliano le acque dei vicini Reno e Bisenzio, in canali e gore che attraversano poi le città, permettendo nei secoli addietro anche il fiorire di opifici.
Bologna è stata per almeno due secoli la Capitale Mondiale della Seta, mentre Prato sviluppa la produzione di altre fibre tessili, in particolare la lana.
Il percorso inizia dai Canali di Bologna con la Chiusa di Casalecchio per terminare al Cavalciotto di Prato, attraversando un Appennino da vivere.
Ora bisogna percorrerlo per vivere l’emozione di Esserci
Damiana Fiorini©