Cosa ci fanno degli enormi massi sopra a delle colonne di terra? Chi ce li ha messi lassù? Antichi giganti estinti? No, un antico ghiacciaio estinto!
La Riserva Regionale delle Piramidi di Zone si trova sulla sponda orientale del Lago d’Iseo o Lago Sebino, in provincia di Brescia, adagiata nella Valle del Bagnadore nel Comune di Zone. Istituita nel 1984 si estende su una superficie di circa 21 ettari, ad una quota compresa tra i 400 ed i 600 metri slm. Si tratta di una vasta formazione geologica di origine glaciale: l’intera valle infatti, durante la Glaciazione del Riss (circa 150.000 anni fa), era occupata da un ramo laterale del lungo e profondo ghiacciaio che percorreva la Valle Camonica e che ha creato alcuni “depositi morenici” costituiti da roccia e sabbia frantumata e da grandi blocchi rocciosi trasportati dal ghiacciaio stesso. Dall’imponente Ghiacciaio Camuno, allargatosi nel bacino ora occupato dal Lago d’Iseo, si dipartiva una lingua laterale che accumulò un vasto deposito morenico che ostruì la testata della Valle del Bagnadore impedendo il normale deflusso dei torrenti.
Le rocce trasportate dal ghiacciaio sono “rocce lapidee”, per lo più del tipo “Verrucano lombardo”, un’arenaria rossa di età tardo permiana affiorante in Lombardia e nel Trentino occidentale. Invero il termine “verrucano” deriva dal Monte Verruca, nella zona del Monte Pisano in Toscana, dove si trova un conglomerato simile, ma di età triassica. Si tratta di rocce originatesi da depositi silicoclastici continentali, caratterizzati da un colore rossastro che indica ossidazione del sedimento e da alternanze di arenarie e conglomerati che si sono sedimentati in ambiente fluviale. I conglomerati sono costituiti in parte da frammenti litici di quarzo latteo e rosa, rocce vulcaniche e in parte metamorfiche che si sono originate da depositi di conoide alluvionale e di piana alluvionale in aree caratterizzate da apporti sedimentari con cadenza stagionale, separati da lunghi periodi di siccità con intensa ossidazione dei sedimenti. I grandi massi possono anche essere delle porfiriti di origine ignea (rocce vulcaniche plutoniche, ovvero originatesi da magmi raffreddatisi nel sottosuolo).
La formazione delle Piramidi di Zone è dovuta all’azione erosiva delle acque dilavanti e all’azione corrosiva dell’acido carbonico, prodotto dalla reazione chimica dell’anidride carbonica contenuta nella pioggia quando viene a contatto col detrito morenico. I detriti trasportati dai torrenti glaciali formarono l’Altipiano di Zone-Cislago e la diga morenica venne erosa dall’acqua piovana e dai ruscelli che scendevano dalla montagna, formando nel terreno canali sempre più profondi e larghi che hanno dato inizio alla formazione delle Piramidi di terra e sassi.
La costante erosione ai lati dei massi ha modellato nel tempo il terreno a forma di colonne di argilla sempre più strette e alte, sulla cui sommità sono rimasti dei grossi massi che, insieme a uno strato di fine limo argilloso intorno alle colonne stesse (una sorta di pellicola protettiva), hanno protetto come un ombrello le colonne dall’erosione e ne ha impedito il crollo dando origine allo spettacolare fenomeno delle Piramidi. I massi si trovano sulla sommità di una cresta dilavata dall’acqua e hanno protetto il materiale sottostante dall’erosione della pioggia, mentre l’argilla insolubile viene trascinata dalla pioggia lungo i fianchi delle piramidi rivestendole di una pellicola protettiva. Quando le piramidi si assottigliano eccessivamente il masso che le sovrasta cade lasciandole senza protezione, questo fa si che il materiale di cui sono composte venga demolito in un periodo di tempo relativamente breve, a meno che all’interno della colonna non si trovi un altro masso sottostante che darà così origine a una piramide più bassa. Il processo erosivo può durare da qualche decina ad alcune centinaia di anni e distrugge e crea sempre nuove piramidi con un meccanismo dinamico lunghissimo. Le zone non protette dai massi si assottigliano e si approfondiscono formando i solchi che conferiscono al paesaggio un aspetto frastagliato con calanchi e canyon.
Le Piramidi di Zone offrono uno spettacolare scenario non solo per le grandi dimensioni (la più imponente è alta circa 30 metri con un diametro alla base di 8 metri ed è protetta alla sommità da un masso di quattro metri di diametro e svariate tonnellate di peso), ma anche per il contrasto dei colori fra il violaceo dei massi, il beige-grigio delle piramidi e il verde della vegetazione circostante. I colori autunnali della vegetazione rendono lo spettacolo ancora più affascinante. Il continuo processo di erosione produce continui cambiamenti nelle Piramidi di Zone, cambiamenti osservabili anche a distanza di poche decine di anni, infatti ancora oggi nuovi esemplari vengono a crearsi e altri si distruggono lasciando in alcune zone solchi molti profondi simili a canyon.
Effettuare un’escursione nella Riserva Naturale delle Piramidi di Zone significa tornare indietro nel tempo di circa 150.000 anni e, soprattutto, cercare di immaginarsi l’evoluzione geologica e paesaggistica di questo territorio, come era nel passato, come è attualmente e come sarà nel futuro. Il tutto accompagnati da una guida esperta che sappia farvi vedere con altri occhi tale ambiente naturale, comprendendone il delicato equilibrio ed ecosistema, anche attraverso simulazioni e attività pratiche. Dunque vi aspetto in una delle mie escursioni alla scoperta di questi antichi depositi glaciali! Rimanete aggiornati sulle gite da me proposte visitando la pagina “Emozione Natura – GAE Roberto Ciri” (https://www.facebook.com/EmozioNenaturaGAERobertoCiri/).