E’ per me sempre una meraviglia il risveglio della primavera… Ogni volta che mi fermo sotto un albero e lo guardo e lo tocco, così piccolo sotto di lui e la sua folta chioma di rami e foglie che rinascono, mi meraviglio del lento e inesorabile risveglio dal suo lungo e silenzioso sonno invernale. Gli alberi rinascono e si riempiono di foglie e di linfa vitale e, pur sapendolo, non posso fare a meno di chiedermi, ingenuamente, da dove prendono tutta questa materia? So che sono fatti di acqua, sali minerali, aria e sole, che sono organismi autotrofi e forniscono il cibo per la maggior parte degli altri esseri viventi, in modo diretto o indiretto: ad esempio un’arvicola mangia le faggiole di un faggio e un gufo mangia l’arvicola. Sono delle fabbriche in grado di trasformare acqua + CO2 + raggi solari in zuccheri tramite la fotosintesi, in pratica trasformano acqua gassata in sciroppo di glucosio rilasciando come prodotto di scarto un elemento per noi vitale: l’ossigeno! Eppure guardare gli alberi desta in me ogni volta un senso di meraviglia e piccolezza e mi fa pensare “voi avete molti più anni di me ed vivrete più a lungo di me e quello che vedo di voi è solo una parte dei grandi organismi viventi che siete…“. Le piante le diamo per scontate, considerandole semplicemente come lo sfondo del paesaggio, ma esse costituiscono l’80% della massa vivente del pianeta, mentre solo il 20% è costituito da animali, di cui lo 0,06% è costituito da noi esseri umani. Quando pensiamo a un albero pensiamo a quello che vediamo fuori dal terreno, al tronco, ai rami, alla chioma di foglie, ma è come dire che una persona è solo quello che si vede dal collo in giù. Così come la vera essenza di una persona non sono le sue braccia o gambe o il busto ma quello che c’è dentro la sua testa, il suo cervello e non solo (dove mettiamo le emozioni e i sentimenti?), la vera essenza di un albero, il vero cervello, la vera centrale operativa da cui partono i comandi si trova sottoterra, sono le radici. E’ con esse che una pianta estrae le sostanze nutritive, acqua e sali minerali, e le porta al resto del suo corpo e, viceversa, le foglie tramite la fotosintesi forniscono energia (zuccheri) al resto della pianta. Le piante usano ogni essere vivente per riprodursi e diffondersi, sono loro a gestire l’ambiente e le azioni e i comportamenti di animali e uomini! Non si spostano, sono a crescita continua e potenzialmente infinita, nella gemma contengono un intero ramo e nel seme un intero albero, hanno un sistema vitale come gli animali, con organi, apparati e sistemi, nelle radici hanno il centro di controllo (il cervello?), si creano il cibo da sole, sanno comunicare fra loro, con l’ambiente e con gli altri esseri viventi (per via chimica), hanno dei comportamenti per adeguarsi alle situazioni, sanno cooperare fra stessa specie e specie diverse, sanno dove andare, sia nella parte aerea che sotterranea, scambiano informazioni di continuo anche emettendo suoni a livello radicale, prendono decisioni per risolvere problemi o contrastare situazioni, sfruttano gli esseri viventi per riprodursi, hanno strategie di sopravvivenza, hanno strategie di difesa che coinvolgono gli insetti, imparano e insegnano ad altre piante. Ma per noi umani sono solo piante, solo vegetazione, verde da giardino per abbellire il paesaggio, senza renderci conto ogni giorno che sono una parte fondamentale dell’ambiente naturale che ci tiene in vita. E’ sempre più evidente che noi esseri viventi intelligenti e civilizzati abbiamo un problema con la Natura: ce ne stiamo distaccando, dimenticandoci di essere Natura noi stessi. I nostri ricordi ormai si perdono nelle strade asfaltate delle città in cui viviamo, nel cemento delle case e degli uffici in cui viviamo, nelle luci artificiali piuttosto che sotto la luce del Sole, nella plastica che ci circonda e di cui ci vestiamo, nelle lamiere dei mezzi meccanici in cui passiamo anni per spostarci da un luogo a un’altro, nei monitor dei computer e dei cellulari che guardiamo per ore invece di spingere gli occhi verso l’orizzonte. Ma le nostre radici sono nella Madre Terra, come quelle degli alberi, è da essa che proveniamo e ad essa apparteniamo. L’uomo ha bisogno di Natura e di spazi aperti e quando ci torna sente di essere a casa, perché è lì che è nato, è un richiamo ancestrale. Però il nostro “subconscio ecologico” ricorda, si ricorda del retaggio ancestrale fatto di decine di migliaia di anni vissuti a contatto con la Natura ed è per questo che ci chiama e ci fa sentire bene ogni qualvolta torniamo in relazione con essa. Per questo ci incantiamo di fronte a un bel paesaggio o a un tramonto, ci sentiamo più rilassati e in salute dopo aver camminato in un bosco o aver fatto un bagno al mare o aver respirato aria di montagna. Perché la parte più profonda di noi stessi sa che è alla Natura che apparteniamo e inevitabilmente continua a chiamarci. Per molto tempo abbiamo giocato con la Natura, ma ora è lei che ha iniziato a giocare con noi. Siamo in sua balia, è presuntuoso pensare di poterla controllare, ci abbiamo giocato troppo a lungo e ora si sta prendendo la rivincita. E’ giunto il momento di riconnetterci alla Natura, è per questo che ci sentiamo bene ogni volta che camminiamo sotto degli alberi o in mezzo a un bosco, perché il nostro inconscio ecologico ci ha ricordato che non siamo separati dalla Natura, noi siamo Natura… Ho sempre in mente una frase attribuita al capo indiano Sioux Tatanka Mani (Bisonte che Cammina): “Sai che gli alberi parlano? Sì, parlano. Parlano l’uno con l’altro, e parlano a te, se li stai ad ascoltare. Ma gli uomini bianchi non ascoltano. Non hanno mai pensato che valga la pena di ascoltare noi indiani e temo che non ascolteranno nemmeno le altre voci della Natura. Io stesso ho imparato molto dagli alberi: talvolta qualcosa sul tempo, talvolta qualcosa sugli animali, talvolta qualcosa sul Grande Spirito.“. La Natura è piena di relazioni fra esseri viventi, fra mondo vegetale e animale, relazioni che creano un equilibrio a cui solo noi esseri umani stiamo sempre più sfuggendo, distaccandoci e disconnettendoci sa essa. Relazioni ben riassunte nella preghiera dei nativi d’America Mitakuye Oyasin “tutti mie parenti“, col significato di tutto è correlato, siamo tutti la stessa cosa. E’ arrivato il momento per noi esseri umani di riconnetterci alla Natura e ritrovare un equilibrio. L’alternativa, come sta già avvenendo con i cambiamenti climatici, è che la Natura si liberi di noi… Vi aspetto in una delle mie escursioni dedicate al contatto con la Natura per scoprire cosa gli alberi hanno da raccontarci! Rimanete aggiornati sulle gite da me proposte visitando la pagina “Emozione Natura – GAE Roberto Ciri” (https://www.facebook.com/EmozioNenaturaGAERobertoCiri/).