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Monza-Brianza, Seveso. Il Parco del Bosco delle Querce di Seveso e Meda è stato interamente costruito dall'uomo a seguito dei lavori di bonifica dopo l'incidente del 10 Luglio 1976, quando un nube tossica di diossina fuoriuscì dalla fabbrica ICMESA. L'intento è stato quello di dar vita ad un bosco con caratteristiche simili a quelle dei vicini boschi originari, costituiti da farnia, pino silvestre, betulla, carpino bianco, ontano nero e salice bianco. Il Parco è diviso in 5 tipologie di aree: paesaggistiche, naturalistiche, ricreative intensive, ricreative estensive e di rispetto. Le aree paesaggistiche circondano il Parco formando una barriera verde, nascondono la visuale e creano uno schermo fonoassorbente. Le aree naturalistiche hanno la funzione di assicurare un buon inserimento della micro e macrofauna tipica dei boschi. Le aree sono recintate e l'accesso è consentito solo con visite guidate e lungo determinati sentieri durante le attività didattiche. Le aree ricreative intensive sono situate in tre punti che facilitano l'accesso dei visitatori: a nord, lungo il torrente Certesa; al centro, vicino al Centro Visite del Parco di via Ada Negri; a sud, in prossimità dell'ingresso di via Redipuglia. Le aree ricreative estensive servono per le attività escursionistiche e senza attrezzature. Le aree di rispetto comprendono le due colline che ospitano le vasche con i residui della bonifica, delimitate da una spessa barriera arbustiva. Nonostante l'isolamento dal resto del territorio, il Parco negli anni si è popolato di diverse specie faunistiche. Sono presenti mammiferi come il coniglio selvatico, la lepre, la volpe, il riccio, due specie di arvicola e la talpa. Tra gli uccelli prevalgono i passeriformi. Molto diffuso è lo Storno, ma è segnalata anche la presenza di alcune specie rare, tipiche dei boschi, come il picchio rosso maggiore. Tra gli anfibi, il rospo smeraldino, la raganella italiana e la rana verde; solo due le specie di rettili, la lucertola muraiola e il biacco.