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Ancona, Jesi. La Ripa Bianca sono i "calanchi" che solcano i versanti delle colline adiacenti la Riserva, segno della forte antropizzazione della zona e la stessa Area Protetta era in passato una discarica comunale insieme alla cava di ghiaia san Biagio. L'istituzione della Riserva Regionale è dunque un ottimo esempio di come una politica di tutela ambientale riesca a recuperare un territorio alterato, anche in maniera pesante, dall'intervento umano. Sergio Romagnoli fu il primo ad accorgersi che dopo la dismissione della cava, nel lago spontaneo che si produsse arrivarono le Nitticore, riuscendo ad ottenerne nel 1997 la protezione. Oggi è gestita dai volontari del WWF e vi si possono visitare gli svariati ambienti ricreati, tra cui il corso del Fiume Esino e la parte che è stata destinata alla coltivazione agricola, compreso l'allevamento di piccoli animali, e il sentiero che attraversa la "vegetazione ripariale" a ridosso del fiume, costituita soprattutto da pioppi e salici. In una tipica casa colonica locale è allestito il Centro Natura, basato su principi di bioedilizia ed energeticamente autosufficiente, che ospita la Sede della Riserva. Nel lago si trova l'unica Garzaia della Regione, dove dagli appositi punti di osservazione allestiti si possono ammirare le varie specie di uccelli nidificare, corteggiarsi e imbeccare i piccoli. Vi sono inoltre 2 Km di siepi campestri di vario tipo che ricreano l'alberata, l'importante elemento del paesaggio oggi praticamente scomparso, realizzate con aceri, biancospini, sorbi, olmi e rose canine. Testo : www.pierluigitomassetti.com Foto: By Filippo Tittarelli (Own work) [CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons