Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo

Belluno, Cortina d'Ampezzo. Il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo si estende a nord della celebre località sciistica di Cortina, al confine fra Veneto e Alto Adige, nel cuore delle Dolomiti orientali. Sorge sull'antica proprietà delle Regole d'Ampezzo, consorzio delle antiche famiglie originarie per l'uso collettivo dei pascoli e delle foreste; la loro nascita risale all'epoca dei primi insediamenti fissi nella valle d'Ampezzo, ai tempi della colonizzazione celtica e romana; attualmente sono riconosciute con leggi dello Stato e della Regione. Nell'area protetta sono compresi i gruppi montuosi della Tofana, Fanes, Col Bechei, Croda Rossa d'Ampezzo e Cristallo, rispettivamente divisi dalla Val Travenanzes, Val di Fanes, Alta Valle del Boite e Val Felizon. La varietà di ambienti forestali, di prateria, rocciosi ed acquatici che caratterizza i territori delle Dolomiti d'Ampezzo, determina una ricchezza di nicchie ecologiche tale da ospitare un gran numero di specie animali. Nelle foreste e nelle radure del fondovalle è presente un discreto numero di caprioli e, negli ultimi anni, si è moltiplicata anche la presenza del cervo. Gli uccelli più tipici delle foreste del Parco sono i picchi e le civette. Fra i predatori, la volpe, la donnola, la martora, una coppia di gufi reali ed una coppia di astori. Tre grandi mammiferi hanno fatto di recente la loro ricomparsa: l'orso, la lince e lo sciacallo dorato, che sono stati ripetutamente avvistati, ma la loro presenza non è ancora da ritenersi stanziale. I larici-cembreti, a partire dai 1.500 m, sono l'habitat ideale del gallo forcello, della lepre variabile e del camoscio, l'animale più rappresentativo delle Dolomiti Ampezzane. Lo stambecco, reintrodotto una ventina di anni fa, ha trovato una propria nicchia ecologica sulle praterie di Fòses e della Croda del Béco, insieme a marmotte ed ermellini. La natura del Parco si presenta in tutta la sua meraviglia e forza con le cascate che il rio Fanes forma per raggiungere le profondità della forra del Travenanzes: esse si sviluppano in tre salti successivi alti più di 50 metri ciascuno e sono particolarmente suggestive e fragorose. Nei recessi più elevati ed ombrosi della Tofana, delle Cime di Fanes e del Cristallo si nascondono ancora dei ghiacciai, che ricoprono il paesaggio come lenzuoli perenni. Molto particolari sono le sorgenti di Rufiédo, del Felizon e del Boite, tutte e tre derivate da condotte sotterranee di tipo carsico. Le prime due sono quasi eccezionali per la portata idrica e per la violenza di fuoruscita del getto; la terza si distingue invece per la lentezza del deflusso e si sviluppa attraverso dei sinuosissimi meandri, che modificano continuamente il letto del fiume.   

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