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"Sorge in centro all'anfiteatro della Valle di Zocca in uno dei più suggestivi e selvaggi quadri di alta montagna delle Alpi centrali."
Da San Martino, percorsa la Val di Mello fino all'Osteria Gatto Rosso (km 2), si prosegue per la mulattiera di fondovalle fino al vasto pianoro erboso dove sorgono le baite di Cascina Piana (punto di ristoro). Il sentiero prosegue e dopo una leggera salita giunge presso un grosso masso col cartello indicante a sinistra la deviazione per il rifugio. Dapprima tra erba e massi, poi, sempre più marcato il sentiero s'innalza con numerosi tornanti entrando nel bosco e lambendo le impressionanti pareti del versante destro orografico della Val di Zocca; poi in alto attraversa il torrente su un ponte e prosegue, sbucando sui prati della Casera di Zocca (1725 m) (ore 1,30). Il sentiero sale ancora un poco nel rado bosco di larici e poi inizia un lungo traverso su magri pascoli; oltrepassato il roccione sul quale sorge la Croce Parravicini si entra infine nel Piano di Zocca (2070 m ) suggestivo anfiteatro cinto da placche a loro volta sovrastate dalle vette della testata di Val di Zocca. Attraversatolo in direzione N, il sentiero sale gradatamente verso destra per poi riprendere ripido lungo un pendio al cui termine, traversa a sinistra, valica un torrente passando accanto al vecchio rifugio Allievi per giungere in breve alla nuova costruzione.
Al Rifugio Albigna 2331 m per il Passo di Zocca 2749 m (F; 3 ore).
Al Rifugio Gianetti Luigi 2534 m per il Sentiero Roma (EE; 5 ore).
Al Rifugio Ponti Cesare per il Sentiero Roma (EE; 6 ore). Dal nuovo rifugio prendere il sentiero che, poco oltre l’edificio del vecchio rifugio sale a sinistra per magro pascolo e massi per poi piegare gradualmente verso E. Si traversa così tutto il circo orientale della Val di Zocca sovrastati da un panorama di vette selvaggio e impressionante. Da ultimo, prima di giungere alla costiera spartiacque con la Val Torrone il sentiero si abbassa e raggiunge il Passo del Torrone, profondo intaglio della costiera ai piedi del monolitico Picco Luigi Amedeo. Dal passo si cala in Val Torrone (corde fisse, attenzione con neve dura o vetrato!) e una volta sul fondovalle si riprende a salire per pascoli in direzione NE. A sinistra ci sovrasta il giallo appicco della parete SE del Picco Amedeo mentre tutta la catena della testata della valle offre uno dei quadri d’alta montagna più belli, grandiosi e suggestivi delle Alpi! Il tracciato, sempre ben evidente e segnalato giunge a lambire l’isolotto roccioso ove sorgeva il vecchio bivacco Manzi e poi la sella a monte di esso presso la quale è stato posto il Bivacco Manzi-Pirotta. Proseguendo su terreno morenico verso N si mette piede sul facile ghiacciaio del Cameraccio che si percorre diagonalmente per portarsi al passo omonimo 2898 m, ai piedi del grandioso doppio salto roccioso del Pizzo Torrone orientale (corde fisse agevolano l’ultimo tratto). Dal passo si scende brevemente, spesso su nevai per poi iniziare la traversata della testata della Val di Mello monotona e lunga. Con segnaletica super abbondante si giunge così ai piedi della bastionata rocciosa della cresta spartiacque fra Val di Mello e Valle di Preda Rossa. Un’ultima ripida salita porta alle rocce che, attrezzate con funi metalliche portano in breve sul filo della cresta (Bocchetta Roma) oltre il quale, una facile discesa su piastroni, gande e magro pascolo porta al visibile rifugio Ponti
"Alla Cima di Castello 3388 m per la via normale. Dislivello: 1000 m. Tempo di salita: 3 ore. Difficoltà: F. Attrezzatura: corda, piccozza e ramponi.
Percorso
Dal rifugio salire in direzione N per magre zolle erbose e pietraie entrando nel vallone compreso fra la Punta Allievi e la Quota 3021 CNS. Seguendo la traccia e qualche segnalazione (ometti) si sale fino alla paretina di roccette sottostante la cresta spartiacque. Si risale la parete grazie ad un facile sistema di cenge mettendo piede sul crinale il cui versante opposto è occupato dalle propaggini superiori del Vadret dal Castel S. Messo piede sul facile ghiacciaio, lo si percorre in direzione NE aggirando da lontano la vetta della Punta Allievi prima e della Quota 3228 poi, ma tenendosi paralleli alla cresta spartiacque. Un ultimo pendio un po’ più ripido porta quindi al cupolone nevoso della vetta."
CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia» e 1:25.000 «Sciora»; Carta Multigraphic «Pizzo Bernina-Monte Disgrazia» 1:50.000; Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»; IGM 1:25.000 «Pizzo Badile».