Ecco la seconda edizione di questo viaggio a piedi di 4 giorni attraverso il 𝐏𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐀𝐥𝐭𝐚 𝐌𝐮𝐫𝐠𝐢𝐚, immersi nel paesaggio carsico lungo i suoi sentieri agropastorali.
Sosteremo in stupende masserie, attraverseremo boschi di querce, lungo gli antichi tratturi della transumanza scopriremo jazzi e poste, percorreremo mulattiere panoramiche e tra i campi di grano ammireremo pagliari e pescare antiche.
La sensazione di questi 83 km di cammino sarà quella di essere in un grande spazio aperto in cui vagare con lo sguardo verso orizzonti infiniti caratterizzati dagli odori pungenti della menta e del timo selvatico nel verde intenso dei campi di grano o dei pascoli rocciosi tra l’evidente giallo della ferula, incontrando orchidee

e falchi grillai.

In questa terra, imperatori, contadini, pastori, boscaioli, insieme al clima, hanno reso unico il paesaggio e la sua cultura. Sulle colline greggi di pecore si confonderanno con le caratteristiche rocce aguzze che danno il nome a questo territorio (murex = murice > murgia).
𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚: 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐮𝐫𝐠𝐢𝐚𝐧𝐨
Lunghezza: 22 km
Livello difficoltà: E – media
Dislivello: +473 m / -612 m
Tempo percorrenza: 8 h (soste incluse)
Fondo stradale: sentieri boschivi, strade brecciate, carrarecce
Si parte dalla Foresta Acquatetta, il più esteso della Provincia BAT, nonché uno dei più grandi di Puglia. Nel bosco si è verificato uno sviluppo spontaneo di esemplari di roverella e di specie tipicamente mediterranee come la quercia spinosa o il leccio.

Al suo interno si scoprono luoghi unici, incontreremo un inghiottitoio carsico profondo circa 90 metri, la 𝐕𝐨𝐫𝐚𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐯𝐨𝐧𝐞, la cui imboccatura sembra quasi nascondersi nel bel mezzo del bosco.
Faremo una breve sosta al Riparo del Cavone, utilizzato nel passato come rifugio per i pastori di passaggio, e dove vi sono presenti incisioni rupestri dell’età dei Metalli, e poi continuando, un bellissimo e panoramico sentiero tortuoso immerso nel bosco ci permette di attraversarlo e di raggiungere le particolari 𝐂𝐚𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐁𝐚𝐮𝐱𝐢𝐭𝐞, un suggestivo e raro paesaggio rosa. Non siamo nel Grand Canyon, neppure in Australia, ma in un suggestivo e raro paesaggio made in Murgia. Le cave si presentano principalmente di colore rosso ruggine con sprazzi di rosa in quanto la bauxite è un minerale composto prevalentemente da ossidi e idrossidi di ferro e alluminio.

Addentrandoci all’interno di una di esse si può ammirare la particolarità di questo luogo, un atipico spettacolo naturale.

Continueremo lungo il panoramico costone murgiano fino alla conquista della 𝐑𝐨𝐜𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐆𝐚𝐫𝐚𝐠𝐧𝐨𝐧𝐞, definito castello invisibile, (perché abilmente costruito su di uno sperone roccioso e da materiali provenienti dall’altura). Dalla sua vetta lo sguardo spazia per chilometri nella variopinta Fossa Bradanica, una valle nella quale affiorano depositi in prevalenza argillosi e dove scorrono i torrenti Basentello e Roviniero. Qui ci troviamo al centro di una rete castellare a controllo del territorio murgiano, frontalmente visibile su di una collina c’è Monteserico, il castello solitario, e alle nostre spalle, il Castel del Monte, luogo di arrivo di questo cammino. Infine scenderemo a valle per terminare la nostra prima tappa nella piccola Poggiorsini (BA).
𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚: 𝐜𝐚𝐫𝐬𝐢𝐬𝐦𝐨
Lunghezza: 19 km
Livello difficoltà: E – media
Dislivello: +353 m / -271 m
Tempo percorrenza: 7 h (soste incluse)
Fondo stradale: sentieri boschivi, carrarecce.
𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐬𝐢𝐧𝐢 (BA) si affaccia sulla Basilicata, le colline della valle del torrente Roviniero sono come un dipinto.

Un tempo fu feudo della famiglia Orsini che diede il proprio nome al paese. Fu popolato sin dal Paleolitico antico, anche grazie alla presenza di sorgenti d’acqua perenni che ancora scaturiscono nelle sue prossimità. E fu una stazione della Via Appia antica e del Tratturo Melfi-Castellaneta. Nel Medioevo il suo territorio fece parte del feudo di Castel Garagnone che fu fondato nel 1048 da Robertus Guaragna, uno dei cavalieri normanni, giunti per primi in Italia meridionale. Nel 1220 Federico II proclama di aver edificato a fundamentis. In realtà lo ha ricostruito o riadattato. Insieme col castello è citata una domus, una residenza.

Lasceremo il paese per intrufolarci nel Bosco Trullo di Sotto, che costeggia Lama Torta e la sua Grotta dei Serpenti, dopo averlo attraversato, arriva il momento di una pausa in luogo quieto e incantevole: lo 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐯𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐚: stagionale e di origine carsica, caratterizzato dalla presenza di tre grandi alberi e da anfibi molto particolari, nonché luogo di sosta di molte specie di uccelli stanziali e migratori.

Riprendendo il cammino, intraprendiamo la via per 𝐓𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐃𝐢𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 (686 metri s.l.m.), il punto più alto di tutto l’altopiano carsico delle 𝐌𝐮𝐫𝐠𝐞, attraverso questa pseudosteppa murgiana potremo osservare una gran parte dell’Alta Murgia, che corrisponde all’area nord occidentale, nonché la parte più elevata di questo caratteristico altopiano ondulato fatto di pascoli rocciosi che svelano querce solitarie, antiche masserie e greggi in movimento. Da dove poter ammirare a nord Castel del Monte e alle sue spalle il promontorio del Gargano, la cattedrale di Trani affacciata sul mare e verso ovest il Monte Vulture e la dorsale dell’Appennino Lucano.
La strada si fa in discesa fino a raggiungere Torre di Nebbia, un’antica masseria costruita interamente in pietra agli inizi del 1800.
𝐓𝐞𝐫𝐳𝐚 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚: 𝐥𝐚 𝐩𝐬𝐞𝐮𝐝𝐨𝐬𝐭𝐞𝐩𝐩𝐚
Lunghezza: 18 km
Livello difficoltà: E – media
Dislivello: +214 m / -305 m
Tempo percorrenza: 5 h (soste incluse)
Fondo stradale: sterrati, asfalto, sentieri boschivi
Il terzo giorno inizia nel segno della storia e della ruralità, visiteremo prima la Pescara degli Antichi, una vasta dolina che caratterizzata dalla presenza nel punto più profondo di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e deve il suo nome al fatto che lì da tempo immemorabile andavano ad abbeverarsi greggi e mandrie.

Poi la Necropoli di San Magno dell’età del Bronzo e la sua bellissima chiesetta neviera, del 1128. Nel piano inferiore è presente una profonda vasca simil piscina la quale in inverno veniva riempita di neve che, ben pressata, si trasformava in ghiaccio.

Dopodiché giungeremo nel Il 𝐁𝐨𝐬𝐜𝐨 𝐒𝐜𝐨𝐩𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐨, 300 ettari dominati dalla presenza delle querce roverelle (alcune secolari), ma non solo.. rosa canina, biancospino, asfodeli, asparagi e numerosissime piante officinali a caratterizzare questo bosco parte integrante del territorio del Parco Nazionale Alta Murgia.
Concluderemo la tappa a 𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐅𝐞𝐫𝐫𝐚𝐭𝐚: dove troveremo piatti semplici, genuini e della tradizione locale, preparati con prodotti freschi e di stagione, coltivati in quest’azienda, condotta da diverse generazioni già dai primi anni del 1900, una delle prime aziende agrituristiche in Puglia e pioniera nell’agricoltura biologica.
𝐐𝐮𝐚𝐫𝐭𝐚 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚: 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞
Lunghezza: 24 km
Livello difficoltà: E – medio
Dislivello: +505 m / -417 m
Tempo percorrenza: 8 h (soste incluse)
Fondo stradale: sentieri boschivi, strade brecciate.
E’ l’ultimo giorno, e tra noi e la corona di pietra ottagonale, c’è prima di tutto da attraversare il suggestivo Bosco Scoparello in cui è situato lo Jazzo del Demonio ed il suo antico mungituro nel quale vive una quercia roverella monumentale plurisecolare.

Il nome di questo antico recinto in pietra a secco per il ricovero delle greggi durante la transumanza, è dovuto ad una leggenda che vi racconteremo sul luogo.
Lungo sentieri e attraversando il Ponte dell’Acquedotto Pugliese che domina dall’alto il querceto, ci ritroveremo a percorrere lo storico tratturello Canosa – Ruvo di Puglia che ci porterà ad intraprendere un tratto del Sentiero Italia, e dopo aver costeggiato il Bosco Cecibizzo, balzerà agli occhi il 𝐏𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐫𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐁𝐚𝐠𝐧𝐨𝐥𝐢, un grande pagliaro usato come “casedda” per un massaro e dotato di mangiatoia, adibito a stalla per gli animali da soma, un pavimento di chianche e di un pollaio interno.
Ripreso il cammino, eccolo! che compare.. Affascinante e misterioso.
Isolato su un’altura delle Murge, da dove si domina un panorama vastissimo. Una forma e posizione imponente e inquietante.
Uno stupendo sentiero in discesa tra casedde e pagliari ci permetterà di arrivare ai piedi del 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞.

L’unico documento in cui si parla del castello è una lettera inviata da Gubbio, nel gennaio 1240, dall’imperatore svevo Federico II al giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, ci parla di lavori di copertura da eseguire in relazione al «castro quod apud Sanctam Mariam de Monte». Successivamente l’edificio ha assunto i ruoli di prigione e di residenza ducale. Passato attraverso varie dominazioni e proprietà di diversi signori, per lungo tempo, dopo ripetuti saccheggi e spoliazioni, è stato rifugio di pastori e di ladroni (specialmente nel secolo XVIII). Acquistato come rudere dallo Stato italiano nel 1876 per 25.000 lire, da allora è stato sottoposto a continui restauri; i più recenti ne hanno recuperato l’antico splendore.
Dopo la visita del castello, concluderemo il nostro cammino all’Agriturismo Masseria Tarantini.
Equipaggiamento:

Scarpe da trekking.

Zaino da trekking, abbigliamento comodo per camminare, indumenti di ricambio, felpa, giacca a vento impermeabile, cappello, telo.

Borraccia con acqua a sufficienza.
Servizi:

Guida ambientale escursionistica

Copertura assicurativa

Pernottamento, cena e colazione in agriturismo e b&b

Trasporto passeggeri e bagagli

Pranzo al sacco ed acqua forniti da noi

Transfer dall’autoparcheggio custodito al punto di partenza della prima tappa

Assicurazione contro l’annullamento del viaggio

CAMMINO GUIDATO: 340 € a persona
Info:

WhatsApp numero: 3493669187
Prenota via email a viandantidelsud@gmail.com
Clima:

In primavera, quando è possibile osservare nel verde intenso dei campi di grano o dei pascoli rocciosi le brillanti foriture dei tulipani selvatici, dei gladioli e delle orchidee, la delicata colorazione della lucente stipa delle fate in fore si associa al rosa dell’asfodelo o al giallo della possente ferula, mentre il cielo è dominato dai falchi.
Organizzazione tecnica a cura di Vacantioner Viaggi snc – Bastia Umbra (PG)