Camminare con le persone mi da la possibilità di confrontarmi con loro e di riflettere: con questo articolo voglio condividere alcune considerazioni sul sentirsi diversamente stanchi.
Sabato ho portato un gruppo in escursione, “solo” 7-8 chilometri ma con un bel pezzo di salita, subito all’inizio.
Giorni, settimane, mesi anche, di lock down, di smart working si sono fatti sentire e diverse persone hanno accusato un po’ di fatica, un po’ di dolorini, nonostante il ritmo sia stato lento (e anche su questo tema ho detto la mia) e scandito da diverse pause.
Lo spunto per questa riflessione “sul sentirsi diversamente stanchi” me lo ha dato in particolare Anita, una delle partecipanti all’escursione.
Una volta arrivata a casa, Anita, mi ha scritto:
“Mi sento tutto…ma il dolore passa e mi piace questo sentirmi! Vivo, ancora!”
Nel suo messaggio c’è racchiusa, descritta, una sensazione che io ho provato molte volte, declinata in modi differenti, durante escursioni e cammini.
Il nostro corpo ci manda continui messaggi ed è importantissimo saperli ascoltare ed interpretare.
La stanchezza che proviamo dopo un’escursione, dopo una o più tappe di cammino, i dolori* alle gambe, ci fanno un gran bene!!
(*per dolori alle gambe s’intende il buon vecchio acido lattico, un po’ di affaticamento e di indolenzimento diffuso e muscolare, altri dolori più localizzati invece possono presagire infiammazioni o altre problematiche e non vanno sottovalutati)
Avere la mente sgombra e tornare a percepire il proprio corpo che ci dice a gran voce:
CI SONO, SONO VIVO, MI SENTO!!
Prova a ripensare quando è stata l’ultima volta che ti è successo.
Non l’ultima volta che ti sei sentito/a stanco/a, quello capita ogni sera, no? Quasi ogni giorno (da una certa età in poi sopratutto) il corpo scricchiola, c’è qualche dolorino, qualche fastidio ricorrente in più anche se passiamo buona parte della giornata seduti ad una scrivania.
La stanchezza del camminare è una stanchezza densa, che riempie…sembra un po’ un controsenso, lo so, ma è una forza creativa.
Ma non bisogna alzare troppo l’asticella, il riposo è altrettanto fondamentale: inteso proprio come il fondamento, la base, il sostegno, una sorta di esoscheletro immateriale senza il quale rischiamo di crollare!