“Ti ho inseguito, letteralturalmente parlando, per mari e monti. So delle tue gesta e di quelle dei tuoi compagni. Ma quando sono entrato nella tua caverna, in quella che era la tua base “operativa” mi è sembrato di vederti e di sentirti lì ad ordinare e pianificare operazioni contro gli invasori piemontesi ed i loro collaboratori locali. Ho calpestato la tua stessa terra, ho sentito il tuo odore misto a quello dei tuoi compagni, del cibo, del vino, del fuoco a cui vi riscaldavate ed a quello degli animali.”
Sulle orme dei Briganti. Sulle orme di Pasquale Domenico Romano, il Sergente Romano, e dei suoi uomini. Questo potrebbe essere il titolo dell’escursione di questa domenica: 22 kilometri tra il Corno della Strega, il Vuolo, la Grotta del Sergente Romano ed il Bosco delle Pianelle.
Percorso tecnico, molto tecnico in alcuni punti: ai passaggi stretti del sottobosco murgiamo si sono susseguite salite importanti, di quelle che possono mettere a dura prova le gambe, il cuore e la mente.
Ritrovo al solito bar alle 6:30 mentre la luce del giorno si inizia a far strada.
Prima Donatella, poi io, Emanuele, Marisa, Claudio ed Elio e Marco per un caffè caldo contro questa mattina così fredda.
Raggiungiamo il resto dei camminatori al Cristo Redentore, da cui partiamo.
Bel gruppo, bel ritmo per cercare di riscaldarci dal freddo pungente mentre l’alba inizia chiaramente a farsi strada all’orizzonte.
Dopo un breve tratto di asfalto entriamo nello sterrato della Zona Difesa. Attraversiamo un paesaggio surreale, dagli ulivi secolari si passa agli scheletri degli alberi sopravvissuti all’incendio della scorsa estate. Consola il fatto che la natura piano piano sta rinascendo.
Lasciato lo sterrato ci dirigiamo verso il Corno della Strega: una lunga lingua d’asfalto, una lunga ed interminabile salita che ci porterà alla Grotta del Sergente Romano.
Deviazione a destra ed ingresso nello sterrato.
Dal sottobosco basso, passiamo subito al bosco fitto, alto e visibilmente poco battuto, poco frequentato: traccia poco visibile, vegetazione importante.
Incontriamo la Grotta del Sergente Romano dopo una salita molto impegnativa esenza appigli sicuri.
Che dire: importante lo sperone di roccia che la sovrasta, quasi a proteggerla, ma che quasi quasi “mò viene giù”. Entriamo e, dopo averne letto, si resta sorpresi da questa ampia camera – e dal suo naturale soppalco – in cui hanno trovato rifugio Romano ed i suoi compagni e tutti i capobanda che a lui si unirono nella guerra contro gli invasori piemontesi.
Se sali in modo difficoltoso poi in modo difficoltoso devi scendere: e così è stato!
Siamo scesi nella gravina del Vuolo per poi risalirla, discendere un naturale canalone di convoglio delle acque piovane (da fare con molta attenzione per evitare di cadere) per ritrovarci nei pressi del sentiero del Pettirosso nel cuore del Bosco delle Pianelle.
Affrontato di buona lena il Pettirosso è scivolato via molto veloce e di lì verso il centro Visite del Bosco delle Pianelle.
Scendere a Crispiano è un attimo, la strada la conosciamo benissimo, ed infatti il Cristo Redentore all' orizzonte significa che siamo arrivati.
Non nascondo che sedermi in macchina è stato rinfrancante, però mi ha dato la consapevolezza di una soddisfazione personale che non ha eguali – per il percorso che Marco ha disegnato in maniera egregia, per il modo in cui l’ho affrontato, per la compagnia che, tra normali alti e bassi, risate e discorsi impegnativi, rende piacevole anche i nuovi percorsi, anche quelli più impegnativi.
Alla prossima.