Sono Pino Valente, presidente dell’Associazione Monte Cassino e Linea Gustav aps. Sono nato a Cassino quando la nuova città era risorta dopo 23 anni e l’Abbazia di Montecassino era stata da poco riconsacrata da Papa Paolo VI. Mia nonna Gaetanella aveva una trattoria all’ingresso nord della vecchia città. Questo luogo, per la presenza di alcuni platani secolari era chiamato “le boccetelle”. Tanti altri riferimenti consolidati dagli abitanti vi erano nella Vecchia Cassino: le antiche strade, le piazze, i giardini ricchi di sorgenti e i vecchi edifici, accompagnavano la quotidianità serena della gente di questa parte di territorio italiano che si trova al centro tra Roma e Napoli.
Il 10 settembre del 1943, Cassino, del tutto inavvertitamente viene bombardata proprio dagli alleati a cui l’Italia si era arresa 2 giorni prima. Più di 100 furono le vittime civili. Così i miei parenti assieme a molti altri abitanti si allontanarono verso le montagne, cominciando a lasciare il centro cittadino, che era sorto sull’antica strada consolare Casilina, unico passaggio per arrivare a Roma, obiettivo fondamentale dell’ambizioso Genarle Clark a capo dell’armata americana. Mentre Cassino diventava la “porta per Roma”, l’Abbazia restava esclusa dagli obiettivi militari di entrambe gli eserciti, “protetta” dal Vaticano. Infatti gli stessi monaci benedettini non abbandonarono mai il Monastero, convinti che quella guerra giù nella valle, non li avrebbe toccati minimamente. Questa convinzione fu interpretata come una possibilità di salvezza da parte della popolazione, che già vivendo nelle grotte e gli anfratti circostanti, sembrava un luogo sicuro dove attendere il passaggio della guerra e stare vicino alle proprie case, i campi e il bestiame che molti si portarono dietro. Ma il primo scontro tra gli eserciti, avviene solo nel mese di gennaio del 1944, perché durante l’inverno rigido e piovoso, dopo lo sbarco di Salerno, i fiumi strariparono e sulle montagne nel frattempo, i tedeschi ebbero il tempo di creare una difesa invalicabile che chiameranno “Linea Gustav”.
Cosa è accaduto ai miei nonni, a mio padre ed al resto della mia famiglia in questa lunga attesa che durò 9 mesi? Inizia così la mia storia di ricerca, che ha sempre avuto risposte vaghe quando fino a quando mi sono rivolto ai diretti interessati che nel mio caso sono stati i miei parenti e la popolazione civile, finché mi sono reso conto che le risposte le avevo sotto gli occhi da tanto tempo attraverso il mio lavoro come albergatore. Infatti è da alcuni anni che molti ospiti stranieri mi chiedono indicazioni per raggiungere alcuni punti sulle colline del massiccio di Monte Cassino. Erano punti indicati su documenti o mappe originali che mi mostravano loro, a volte erano diari personali dei soldati che combatterono la battaglia di Cassino durante la seconda guerra mondiale. Io già praticavo alcuni sentieri sul nostro territorio con la mountain bike e percepivo che c’era qualcosa che mi attirava quando incontravo i ruderi di un casolare abbandonato oppure intravedevo le bellissime panoramiche di questo territorio in cui vivo. Così capii che le due cose avevano lo stesso significato : una ricerca umana e cioè il bisogno di “un ritorno alle origini” che partiva da dentro e che finora era stato nascosto, quasi abbandonato. Ho iniziato a capire che raccogliere queste informazioni mi avrebbe dato la possibilità di avere tutte le risposte che cercavo, anzi è iniziata per me un’avventura affascinante. Riscoprire il mio territorio assieme a persone che vengono da paesi lontani e che stanno cercando le tracce di una storia a cui è collegato il mondo intero e che fa parte della nostra eredità, e vi assicuro che si prova una sensazione incredibile a scoprire come i nostri destini si incrociano con quelli di altre nazioni, popolazioni e culture. Tutto questo può accadere qui in questo luogo, sul territorio di Cassino e di tutti i paesi intorno. Un vero e proprio ritorno alle origini, conoscere in modo approfondito questi luoghi per riportarli in vita riscoprendone l’appartenenza e l’identità. Ancora più importante, attraverso le documentazioni di cui parlavo prima, possiamo diventare protagonisti della ricerca e stimolare la nostra immaginazione per conoscere come eravamo, cosa siamo oggi, come siamo diventati e come affrontare il futuro in modo consapevole.