SECONDA TAPPA – parte uno
VERUCCHIO UFFOGLIANO 20.3 Km 1236 mt dislivello positivo / 1104 mt dislivello negativo
In Piazza Malatesta, davanti alla Proloco di Verucchio
Zambo: forza ragazzi, rimettiamoci in cammino. Oggi ci aspetta una nuova tappa della nostra avventura in Romagna!
Emma: uffa..ma non potevamo partire più tardi ? sono solo le 9 di mattina ed abbiamo appena fatto colazione !!
Gianluca: ma dai, è una bellissima giornata, meglio approfittarne e non perdere tempo, abbiamo ancora tanti sentieri da percorrere in Romagna facendo Trekking!
Da Verucchio si scende a Ponte Verucchio per passare sul ponte che attraversa il Marecchia
Gianluca: vedete quei resti di mura sotto il ponte, sull’altra sponda ? E’ ciò che rimane di un antico ponte romano risalente probabilmente all’età repubblicana (509-31 a.c.). In questa zona passava la Via Arretina che partiva da Rimini e risaliva tutta la valle del Marecchia per terminare ad Arezzo.
Emma: Eh sì, è un territorio veramente ricco di storia ! Ma una volta attraversato il ponte dove andiamo ?
Gianluca: Ci dirigiamo a Torriana. Ehi Emma, alla tua sinistra si riesce già a vedere in lontananza il Santuario della Madonna di Saiano.. da qui è distante circa 4 km. Ci sei mai stata ?
Emma: ..si, lo conosco, è un posto bellissimo ! Ma guardate ragazzi, vi laggiù sul fiume adesso sta volando un falco !
Zambo: Questa è una zona molto importante dal punto di vista naturalistico: l’Oasi di Protezione della Fauna di Torriana e Montebello è stata infatti riconosciuta come SIC (Sito di Importanza Comunitaria), un ambiente destinato alla conservazione degli habitat e delle specie animali protette.
In cammino verso Torriana..
Emma: Bene, rimettiamoci in marcia. Questa vallata è così varia e movimentata. Chissà in che modo si è formata..
Zambo: Il paesaggio della Valmarecchia si è formato milioni di anni fa dal movimento di sedimenti marini che, da aree lontane rispetto a quelle dove si trovano oggi. Queste terre sono state trasportate in questo territorio da enormi movimenti geologici emergendo, inoltre, dal mare circostante.
Gianluca: Anche la rupe di Torriana, adesso davanti a noi, è nata a causa di questi movimenti geologici!
Emma: Ma è vero che Torriana porta questo nome solamente dal 1938 ?
Zambo: Certo. In precedenza questo paese si chiamava Scorticata, forse per l’aridità delle rocce che lo circondavano. Come vedete, il borgo è dominato da due speroni rocciosi: sul primo, in cima a quello più grande, troviamo il castello di Scorticata (link con video su Youtube). E’ una rocca malatestiana che domina il territorio circostante a 360° gradi fra la pianura riminese, la Valmarecchia e la Valle dell’Uso posta a guardia dell’antica Via Maior, una via di grande importanza strategica che risaliva la Valmarecchia collegando la costa adriatica, il Montefeltro e la Toscana.
Emma: Una leggenda narra che all’interno della Rocca di Torriana venne ucciso nel 1304 Gianciotto Malatesta, lo stesso che anni prima aveva ucciso la moglie Francesca da Rimini e il proprio fratello Paolo,gli amanti sfortunati celebrati da Dante nella Divina Commedia
Gianluca: ..ma che brutta storia Emma ! Credo che tra poco uscirò da questa Rocca…e fuori mi dirigerò subito sul ripido sentiero che da qui porta alla Torre campanaria: qui saremo ad oltre 400 mt sul livello del mare ed il panorama da lassù è tra i più emozionanti di tutta la Valmarecchia !!
Zambo: Ottima idea Gianluca, ma prima arriviamo sul secondo colle roccioso..vicino alla Rocca… c’è una Torre quadrata del 13° secolo, anticamente collegata al castello, che aveva funzioni di avvistamento e dalla quale, in caso di necessità, potevano essere fatte segnalazioni a tutta una serie di punti di guardia circostanti.
Dopo una breve sosta in un noto bar della zona, riprendiamo il nostro cammino..
Zambo: Forza ragazzi, dopo questo buon caffè, zaini in spalla e.. Montebello ci aspetta ! Tra poco lungo la strada passeremo vicino al Monte Borgelino di 428 mt, poco fuori Torriana: gran bel punto panoramico anche quello !
Emma: quindi?…dove ci dirigiamo adesso ?
Gianluca: scendiamo verso il fiume Uso e poi risaliamo il pendio sulla nostra sinistra. Un versante che guarda la valle dell’Uso. L’ambiente qui è caratterizzato da prati aridi e calanchi ricchi di arbusti come la ginestra e il terebinto, tipici di questi terreni.
Zambo: qui è presente un suolo argilloso e vegetazione molto varia. Tra poco, risalendo verso Montebello, troveremo anche querce e zone di rimboschimento con pini neri, cipressi e cedri che si alternano a prati e vigneti.
Emma: Mi piace pensare che in questa vegetazione così varia ci sia anche una fauna molto ricca e variegata, o sbaglio ?
Gianluca: No, dici bene, sono zone con un patrimonio faunistico importante. Molto comuni da queste parti sono il capriolo, il cinghiale, il tasso, la volpe e l’istrice, del quale è frequente trovarne gli aculei. È presente anche la puzzola, un mustelide estremamente sfuggente e difficile da osservare.
Arrivati al borgo di Montebello ..
Zambo: Ecco Montebello, siamo arrivati! In questa zona ci sono interessanti escursioni da fare!
Emma: a differenza di Torriana, questo borgo è riuscito a preservarsi nel corso dei secoli ed il suo silenzio sicuramente rappresenta oggi la sua fortuna.
Gianluca: Venite, l’ingresso è da questa parte, non ci si può sbagliare; si passa attraverso un’unica strada controllata da una porta fortificata, come in ogni tipico borgo medievale. Un borgo con una storia millenaria..e leggende misteriose.
Zambo: il nome Montebello pare derivi dal latino “Mons Belli” cioè monte della guerra, anche se non sono stati trovati documenti ufficiali che testimoniano un passato di questo tipo. Il castello nella sua forma attuale risale all’epoca dei Malatesta, e venne danneggiato durante la 2° guerra mondiale. Ci sono tante storie di soldati e battaglie che riguardano questo Borgo e che mi sono state riferite da Massimo, il marito della Claudia. I suoi nonni abitavano da queste parti! Comunque ora è così bello perché intorno al 1960 è stato sottoposto a importanti lavori di restauro.
Emma:..se volete vi racconto qualcosa della leggenda di Azzurrina
Gianluca: volentieri..questa storia affascina ormai da diversi decenni tante generazioni di visitatori.
Emma: dunque… La bambina si chiamava Guendalina o Adelina secondo alcuni, e faceva parte della famiglia dei Malatesta. Comunque, visto che era albina, una condizione che al tempo esponeva a molti pregiudizi, la madre le tingeva i capelli con decotti d’erba ottenendo una tintura tendente all’azzurro ed è proprio per questo motivo che fu soprannominata Azzurrina inoltre, per sottrarla alla curiosità delle persone, la famiglia la teneva rinchiusa all’interno delle mura del castello. E fu proprio al suo interno che la bambina scomparve mentre giocava con una palla di pezza!
Da quel giorno ogni 5 anni, quelli che finiscono con le cifre 0 o 5, ed in occasione del solstizio d’estate che cade ogni 21 Giugno, si sentono i lamenti del fantasma di Azzurrina che scomparve proprio il 21 giugno del 1375 all’età di 5 anni. Sembra che il suo spirito chieda invano soccorso e che la voce arrivi proprio dai locali dai quali non fece ritorno!
Zambo: come per tutte le leggende, ognuno è libero di crederci o meno, rimane il fatto che questo castello sia stato da sempre luogo di presenze misteriose e che vi siano riscontri in molti documenti storici conservati fino ad oggi.
Gianluca: ok, cosa dite se ci prendiamo una pausa da questa atmosfera misteriosa? Un buon piatto di pasta in una delle fantastiche trattorie del borgo non sarebbe male!
Emma: buona idea..così ripartiamo in forze!…abbiamo ancora dei bei sentieri da percorrere per arrivare ad Uffogliano.
I nostri tre amici riprenderanno il cammino verso Uffogliano quando… CLICCHERAI QUI!!!